Lunetta Savino al Teatro Palazzo di Bari con “Non farmi perdere tempo”
Nel moderno Teatro Palazzo di Bari sabato 14 dicembre è andato in scena lo spettacolo teatrale “Non farmi perdere tempo – Tragedia comica per donna destinata alle lacrime”, con Lunetta Savino, scritto e diretto da Massimo Andrei, scene di Davide Stella, costumi di Annalisa Ciamarella, musiche di Claudio Romano, luci di Lucio Sabatino, produzione Arteteca – LaprimAmericana – Mater. Lo spettacolo, che ha debuttato lo scorso 27 giugno al Teatro Sannazzaro di Napoli, nell’ambito del Napoli Teatro Festival, è uno degli otto che compongono il variegato cartellone della stagione teatrale 2019-20 del Teatro Palazzo di Bari. L’attrice barese torna nella sua città portando in scena un atto unico senza intervallo della durata complessiva di 70 minuti.
Tina ha più o meno ventisette anni, ma ne dimostra una trentina in più perché è affetta dalla Sindrome di Werner o di invecchiamento precoce. Come tante donne al mondo ha alcuni sogni irrealizzabili e necessita di altrettanti bisogni concreti: un forte senso di maternità che sprigiona in modo esasperante sul bambino (Massimino) che gioca sul pianerottolo, un amore passionale per un uomo, Giuliano, a cui manda innumerevoli regali ma che non ricambia, l’aspirazione di lavorare come showgirl. Quando comincia a rendersi conto della gravità della sua malattia, anziché dannarsi, inizia a cercare di realizzare i suoi desideri. Il tempo le darà conferma di quanto i familiari, unici eredi delle sue proprietà, le siano indifferenti, o meglio interessati unicamente al fatto che muoia presto. E allora comincia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Per farlo Tina trova la complicità di una giovane volontaria, di nome Maria, conosciuta nell’associazione di malati di patologie genetiche e della colf ucraina Olena con la quale ha amorevoli battibecchi. Tina alla fine riesce in tutto. In modo grottesco, ma ci riesce. E quando capisce che la sua malattia è arrivata a uno stato irreversibile, la sua esistenza è presto destinata a spegnersi di fronte ai crudeli annunci del medico e alla prospettiva della chemioterapia, trova anche la forza di combattere i suoi nipoti, intestando i suoi beni alle persone che le sono state sempre vicino: Massimino, Maria e Olena. Nonostante si passi continuamente dalla casa alle scale del palazzo, dalla strada a uno studio medico, lo spazio scenico praticato resta stretto e circoscritto come la vita di Tina, ma al tempo stesso la protagonista, con una grande prova d’attrice, lo rende ampio come la sua anima.
Lunetta Savino con grande maestria si relaziona con interlocutori immaginati apprezzati dal pubblico che, al termine della rappresentazione, le ha tributato ripetuti e calorosi applausi. L’attrice si dimostra pienamente all’altezza per una prova di rara difficoltà, con due registri recitativi apparentemente opposti come quello comico e tragico. L’attrice pugliese difatti ha recentemente dichiarato: “Vi dovete aspettare un monologo tra il riso e il pianto, che sono le mie corde più profonde di attrice. È proprio il tragicomico.” La pièce, sulla preziosità del tempo a disposizione di una donna sola, vira decisamente sul tragico lasciando poco spazio al comico.
Massimiliano D. Viola