“La luce difficile”, l’inno alla vita di Tomás González
“In breve, come ho già detto prima: io non so nulla, tu non sai nulla, nessuno sa nulla. Il mondo è solo ritmo e forma”.
Guardare la vita da altre prospettive, in tutte le sue sfaccettature. Viverla a pieno nella gioia e nel dolore. Accettare tutto ciò che arriva e amarla comunque. Questo ci insegna lo scrittore colombiano Tomás González con il suo libro “La luce difficile” (La Nuova Frontiera, pp. 144, euro 17), brillantemente tradotto da Lorenzo Ribaldi, che ha avuto il compito di far arrivare a noi ogni parole con le giuste luminosità e intensità.
Cosa si prova e come si reagisce quando sappiamo per certo che, in una data ora di un dato giorno, il nostro figlio maggiore morirà per la sua stessa volontà? Come si reagisce quanto una persona che ci è molto vicina agogna la morte perché non riesce più ad affrontare il dolore fisico, e la stessa morte diventa l’unica liberazione possibile?
Tomás González ce lo racconta in un modo delicato, schietto e al tempo totalizzante, perché contestualizza un momento come questo all’interno delle dinamiche quotidiane, senza lasciare nulla da parte, nemmeno i gesti più scontati, come una pacca sulla spalla, un sorriso o una carezza. Lo contestualizza all’interno della vita, dando a questo episodio un arco temporale preciso che abbraccia al tempo stesso il passato, il presente e quello che sarà il futuro. Una vicenda dolorosa ma riverberante inevitabilmente nel presente. Un’attesa mortale per tutti che ricondurrà paradossalmente a una quiete, a una riformulazione del significato della vita stessa, espresso attraverso la pittura e la scrittura, che diventano il sinonimo essenziale dell’esternazione e della condivisione; fino alla raffigurazione, in un dipinto, di quella luce difficile che solo l’occhio umano riesce a cogliere. Questo cerca di fare il protagonista del libro David, anch’egli colombiano, in un suo quadro, mentre con sua moglie Sara, i figli Pablo e Arturo e altre persone intime aspetta, nella sua casa di New York, ciò che la vita ha destinato loro: cogliere quell’attimo che fugge e sfugge, vivere un dolore indefinibile, che darà finalmente al loro figlio maggiore Jacobo la serenità che merita. Questo cerca di fare David che, ormai anziano, solo e quasi cieco nella sua casa di La Mesa – scrive il suo memoir aiutandosi con una lente di ingrandimento e facendosi aiutare dalla sua governante Angela. Questo cerca di fare David: catturarla, quella luce difficile.
Tomás González ci racconta in modo limpido, ironico e disincantato la vita nelle sue atrocità e nella sua meraviglia e lo scorrere inarrestabile del tempo, che si ferma lasciandoci in apnea nei momenti di struggente attesa. Rimarrete sicuramente scossi e turbati da questo libro, ma le sue parole vi riempiranno di luce e di un immenso amore, che vi porterete addosso per molto tempo.
Marianna Zito