L’intelligenza artificiale di “Marjorie Prime” in scena al Teatro Franco Parenti di Milano
Al Teatro Franco Parenti di Milano ha debuttato venerdì 24 ottobre la nuova regia di Raphael Tobia Vogel, sul tema dell’intelligenza artificiale, dal titolo “Marjorie Prime”, dal testo del giovane drammaturgo americano Jordan Harrison.
Siamo nel 2062 circa, l’evoluzione della tecnologia si è notevolmente amplificata e si è integrata nelle case e nelle vite degli esseri umani. Il sipario si alza e il pubblico si trova a osservare una casa moderna con una grande finestra, da cui si vedono una bellissima spiaggia e il mare: si tratta di uno degli sfondi che si possono scegliere a piacimento tramite un semplice telecomando. Su una poltrona siede Marjorie, una bella signora di 85 anni che amabilmente chiacchiera con un giovane di nome Walter. Walter e Marjorie sono marito e moglie, ma il Walter che si vede in scena rappresenta quello che Marjorie ha scelto di vedere del suo defunto marito: Walter infatti è un prime, ossia, un computer con fattezze umane che aiuta a rivivere ricordi attraverso gli stessi ricordi che gli vengono raccontati. Una macchina perfetta e imperitura, che ha il compito di aiutare Marjorie a mantenere la memoria attiva e di assisterla nei momenti di solitudine, quando la figlia e il genero non sono in casa.
Marjorie e Walter hanno una figlia, Tess, che con la madre non ha mai avuto un rapporto profondo e che sembra quasi gelosa del prime che impersona suo padre. Tess è sposata con John, un uomo buono e comprensivo che supporta Tess in ogni modo, ma che non riesce a placare l’irrequietezza della moglie verso la madre, complice un segreto di famiglia che ha avuto una grande influenza su di lei.
Una storia potente e toccante quella di Marjorie Prime, che mira all’osservazione dei rapporti umani e alla possibilità che questi possano in qualche modo sostituire gli esseri umani. Una storia che vuole rappresentare il tentativo di supplire a una mancanza inconsolabile attraverso tecnologie moderne, ma potrebbe mai un prime riuscire a sostituire, anche parzialmente, la presenza di un essere umano scomparso? Il prime è un’illusione che si nutre di ricordi senza partecipazione emotiva, un escamotage che, pur con la più sofisticata tecnologia, pur con tutte le somiglianze e programmi di “informazioni registrate” non potranno mai riempire i vuoti dell’anima.
Bravissimi gli attori in scena: Ivana Monti nei panni di Marjorie, Elena Lietti che interpreta la figlia Tess, Pietro Micci che interpreta il marito di Tess, John e Francesco Sferrazza Papa a interpretare il prime di Walter. Il giovane regista Raphael Tobia Vogel riconferma il suo grande talento in questo spettacolo che punta lo sguardo verso un ipotetico futuro. Elogi anche per le scene di Marco Cristini, le luci di Paolo Casati, i costumi di Sasha Nikolaeva e i video di Cristina Crippa.
In scena fino al 17 novemnre 2019 al Teatro Franco Parenti di Milano. Da vedere.
Roberta Usardi
Fotografia di Noemi Ardesi