La bellezza raccontata a teatro da Corrado Accordino
La sala Bausch del Teatro Elfo Puccini di Milano ha ospitato anche quest’anno Corrado Accordino con il monologo “Così tanta bellezza”, che ha riscosso molto successo nelle precedenti rappresentazioni andate in scena presso il Teatro Libero, di cui Accordino è direttore artistico.
Il pubblico si trova subito catapultato in un mondo di immagini disegnate appese a mezz’aria a diversa altezza: un albero di Natale, un paio di occhiali da sole, una mano, un volto, una motocicletta, pacman, una lampadina e altro ancora. Corrado Accordino racconta la vita di un uomo comune, con moglie, figli grandi, lavoro stabile, amici, abitudini attraverso la routine e un’apparente sensazione di pienezza, perché il tutto fa parte di un quadro ben definito, con tutti gli elementi e nel quale non esiste spazio per l’incertezza, il silenzio o il dubbio. Ma inevitabilmente questi elementi fanno parte di ogni quadro di vita, a prescindere dal volerle vedere o no e nel racconto, piano piano, ascoltiamo quest’uomo che si confessa e scava dentro se stesso verso una verità scomoda (“la verità è come la poesia: sta sulle palle a un sacco di gente”), ma anche verso una consapevolezza che lo libera e che lo porta a uscire dalla sua prigione, dal suo quadro predefinito. E questo avviene nel momento in cui realizza che “c’è così tanta bellezza nel perdere le parole” perché è l’esatto momento in cui si esce dalle convenzioni, dagli schemi, dalle proprie gabbie.
Quello che colpisce e che emoziona è anche che quest’uomo, attraverso la bravura e l’intensità di Corrado Accordino, non vorrebbe tornare indietro, perché quello che ha fatto, tutti gli errori, lo stress, il disagio, l’ha portato a questa realizzazione e ad aprirsi alla bellezza della vita, il nuovo inizio è ora, il presente. La vita è un insieme di momenti e non importa quello che c’è stato prima, importa poter sempre ricominciare e non è mai tardi per farlo. Corrado Accordino ha scritto, diretto e interpretato questo monologo con fervore, passione, trasporto, con tutto se stesso, corpo e voce, dividendosi nei vari personaggi fluidamente attraverso il percorso di un uomo che ritrova se stesso e il significato della vita in tutta la sua bellezza.
Uno spettacolo da non perdere, in scena fino all’8 giugno.
Roberta Usardi