MESOPOTAMIA di Serhij Žadan
Presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino, Mesopotamia è il nuovo libro dello scrittore e poeta ucraino Serhij Žadan, tradotto da Giovanna Brogi e Mariana Prokopovyč e pubblicato da Voland nella pregevole collana Sìrin. Nella stessa collana è pubblicato anche il precedente romanzo di Žadan, La strada del Donabs.
Mesopotamia raccoglie nove racconti leggibili separatamente, ma che in realtà insieme formano un romanzo completo e coerente: il personaggio di ogni racconto, infatti, è a sua volta protagonista del proprio e comprimario del successivo. Le vite che si intrecciano sono segnate da un Paese sofferente, dentro città che formate da labirinti di cemento e da vecchie palazzine; periferie, fabbriche senza identità. In questi luoghi, seguiamo la vita di Marat, pugile ucciso con un colpo di pistola e dei suoi amici più stretti che, prima del funerale, si raccontano le avventure di quell’uomo in bilico tra leggenda e umanità. O ancora la vita di Romeo, giovane studente sognatore che cambia città e trova alloggio da una avvocatessa col vizio dell’alcol, impelagandosi in un sogno d’amore dai toni ancora adolescenziali. O ancora, nel racconto Ivan, facciamo conoscenza di Sonja, una donna che sovrasta gli uomini che la avvicinano, una figura forte, indipendente. Come per altro lo sono tutte le figure femminili di Žadan.
Sono solo alcuni esempi dei tanti personaggi descritti da Žadan in questo Mesopotamia; personaggi duri ma delineati con amore, con un linguaggio chiaro e affabulatorio, che indaga nel presente e nel passato di quelle vite, nelle azioni e nelle motivazioni di queste figure che compongono il ritratto minuzioso di una nazione in balìa dell’incertezza. Žadan è uno scrittore preciso e incisivo, che utilizza con severa attenzione la sua delicata prosa poetica.
Giovanni Canadè