Il genio “Escher” a Palazzo Bonaparte di Roma
“La sera (…) disegnavo la meravigliosa, bellissima architettura di Roma di notte, che mi piaceva di più di quella alla luce del giorno. Le passeggiate notturne sono il più meraviglioso ricordo che ho di Roma”
– M. C. Escher –
Un genio Maurits Cornelis Escher (1898-1972), ce ne accorgiamo sin dalle prime opere in esposizione al Palazzo Bonaparte di Roma, fino al 1° aprile 2024. Sono la sua genialità e la sua inquietudine che danno subito all’occhio, la minuziosità delle sue opere, che si sviluppano attraverso un accecante e avvolgente bianco e nero e che possiamo ammirare all’interno della più grande mostra mai realizzata fino ad oggi – circa 300 opere, tra cui numerosi inediti mai esposti prima – dedicata a questo grande artista grafico e incisore olandese, amato in tutto il mondo, allestita per omaggiare il centenario del trasferimento dell’artista, nel 1923, nella nostra Capitale. Escher visse a Roma per ben dodici anni, nel quartiere di Monteverde Vecchio, e sono appunto questi anni che avranno una forte influenza su tutto il suo lavoro successivo, con la produzione di litografie e incisioni di paesaggi, architetture, scorci e vedute di una Roma antica e barocca, ritratta soprattutto nella sua veste notturna, la più amata da Escher, che portano alla creazione dei dodici sorprendenti Notturni romani (1934), che è possibile ammirare durante il percorso espositivo.
La mostra, col patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea- uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.
“Questa mostra è interamente dedicata alla tecnica, alla bellezza, alle illusioni e ai sogni di uno tra i più celebri artisti grafici del mondo. Xilografie, xilografie di testa, litografie, linoleografie e mezze tinte: tutto quello che vedrete è stato realizzato a mano dall’artista, poiché all’epoca di Escher i computer non esistevano. Queste stampe sono la testimonianza della passione di una vita, e ancora oggi procurano immensa gioia a chi le osserva!”
– Mark Veldhuysen, Presidente M.C. Escher Foundation –
E con Escher anche Palazzo Bonaparte cambia colori e dimensione, perché le incisioni e le litografie e le xilografie dell’artista lo trasformano in un mondo immaginifico e impossibile: un’altra realtà dove arte, matematica, scienza, fisica e design diventano un tutt’uno, ammaliando e appassionando ogni tipo di visitatore con interessi differenti, dal più grande al più piccolo, che si perdono nei bianchi e neri delle otto sezioni della mostra, attraverso le quali possiamo ammirare – in un continuo divenire – i suoi schizzi enigmatici e i disegni paradossali, dalle prime stampe ispirate all’Art Nouveau e disegni realistici ispirati alla natura, ai paesaggi italiani soprattutto del Sud, da cui era particolarmente attratto; fino alla tassellatura e alle sue modifiche, a seguito di un viaggio nel sud della Spagna; ed ecco Metamorfosi, tra cui la strabiliante Metamorfosi II (1939); e, infine, la trasformazione di forme, che lo porteranno ad abbandonare la rappresentazione dello spazio lineare.
La sua opera è sempre stata in una continua metamorfosi, una ricerca precisa e dettagliata dell’infinito. Tra le opere esposte ammiriamo inoltre la xilografia Divisione delle acque nella serie sulla Creazione del Mondo (1925-1926); l’iconica Mano con sfera riflettente (1935), realizzata nello studio della casa romana alla Via Poerio 122, che si riflette all’interno della sfera; Vincolo d’unione (1956), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata. Inoltre, durante il percorso espositivo è possibile visionare una ricostruzione dello studio che Escher aveva a Baarn in Olanda, con i vari strumenti originali che utilizzava per produrre le sue opere, tra cui l’inseparabile cavalletto portatile. La mostra si chiude con i lavori su commissione e una vera e propria Eschermania, e quindi la forte influenza che questo genio indiscusso esercita ancora oggi sul processo creativo di altri artisti, musicisti (copertine di Ummagumma dei Pink Floyd), pubblicitari (IKEA) e fumettisti (Paperino di Tony Fernández) e anche sulla moda, abbracciando i settori più disparati e continuando in tal modo ad evolversi. E noi con lui.
Marianna Zito