“L’INDIFFERENZA” AL TEATRO i DI MILANO
Quando il pubblico entra gli attori sono già in scena, uno dietro una parete opaca con davanti un crocifisso, gli altri due dietro a una finestra, in sottofondo rumori e cani che abbaiano in lontananza. Quando si abbassano le luci la storia ha inizio, nella casa di Franco, seduto al tavolo, che all’improvviso si trova di fronte Aldo, una figura vestita di chiaro, con cappello, una valigetta e un libro. Chi è Aldo, perché è andato a trovare Franco, come ha fatto a entrare in casa sua?
Sono tutte domande che piano piano trovano una risposta alquanto inaspettata, che svelano segreti e oscurità che Franco pensava dimenticati o appartenenti a una parte della sua vita oramai remota, ma che purtroppo continuano a urlare, ad abbaiare come i cani che si sentivano all’inizio in sottofondo. Il libro che Aldo ha portato con sé è la Bibbia, ne prende spunto, è una guida per lui e sembra trarne potere: Aldo sembra sapere tutto di Franco, sembra che conosca sua moglie Anna e sembra sapere particolari che a Franco sono invece sconosciuti. I misteri di ogni asserzione si dispiegano battuta dopo battuta, con momenti di ironia alternati a momenti di tensione e di incredulità. Niente è come appare e nessuno sembra conoscere veramente se stesso o chi ha accanto.
Chi è veramente Aldo? Chi è veramente Franco? Anna è davvero la donna che pensava di aver sposato? La realtà conosciuta traballa, i personaggi si modellano in forme diverse, cambiano registro, personalità, si smascherano e si rivelano ben altro da ciò che sono, o forse si rivelano veramente in tutto quello che sono realmente. Il testo, scritto da Pablo Solari, che cura anche la bella e attenta regia, è potente e intenso, tiene lo spettatore sul filo della curiosità, lo inchioda, lo spiazza. Gli attori, Luca Mammoli (Franco), Woody Neri (Aldo) e Valeria Perdonò (Anna) sono straordinari nella loro duttilità e metamorfosi vocale e fisica. “L’indifferenza” rievoca la parte oscura che ognuno di noi vorrebbe dimenticare, mettere da parte, ma che rimane sempre attiva fino al momento in cui la si affronta per andare oltre e accettarla. Applausi a scroscio meritatissimi, da vedere. In scena fino al 29 ottobre al Teatro i di Milano.
Roberta Usardi
Foto di Nicolò Degl’Incerti Tocci