La molteplicità di Carla Vistarini a TEMPO DI LIBRI
La seconda edizione di Tempo di Libri apre l’8 marzo con una giornata interamente dedicata alle donne: tra i tanti nomi di spicco che affollano il corposo programma, compare quello di Carla Vistarini, scrittrice, paroliera e sceneggiatrice. L’incontro a lei dedicato, nel corso del quale l’autrice si è raccontata ad Alessandra Tedesco, ha sfiorato le varie tappe della sua carriera, soffermandosi sulle varianti che contraddistinguono ciascun genere di scrittura.
Vistarini ricorda con un velo di malinconia gli anni Settanta in cui lei e i giovani parolieri e cantautori della scuola romana si riunivano, dopo aver chiesto appuntamento, nelle sale della RCA, e sottoponevano ai discografici i loro pezzi che venivano, una volta approvati, assegnati agli interpreti più svariati. Il caso più emblematico è quello de La nevicata del ’56, una delle canzoni più note da lei scritte, insieme all’inseparabile Luigi Lopez, in origine affidata a Gabriella Ferri, la quale, nonostante l’entusiasmo, finì per non inciderla. Il testo rimase per anni chiuso in un cassetto finché l’intervento di Franco Califano non contribuì ad assegnarla a Mia Martini nel 1989. Anche in veste di autrice televisiva, Carla lascia il segno e firma numerosi programmi tra cui Io Goggi e domani, Jeans, alcune edizioni di Canzonissima e di Pavarotti & friends, fino a diventare commissario artistico al Festival di Sanremo. La sua tenacia, la sua capacità di sperimentare e di reinventarsi ogni volta la portano anche a lasciare un cospicuo contributo nel mondo del cinema, dove si aggiudica un David di Donatello per la sceneggiatura del film Nemici d’infanzia di Gigi Magni. Sono tutti step, fasi fondamentali, uniche nel loro genere, formative, faticosamente sudate e affrontate che hanno portato Carla Vistarini ad aprire un nuovo capitolo della sua carriera: quello di scrittrice di romanzi.
Se hai paura prendimi per mano (2014) e Se ricordi il mio nome (2017), entrambi editi da Corbaccio, segnano la consacrazione al grande pubblico di una penna che negli anni ha sempre preferito restare nell’ombra. Carla Vistarini vanta un ampio stuolo di lettori, attenti e intelligenti, che sanno riconoscere e valorizzare la sua narrativa dinamica e intelligente. Ci si affeziona ai suoi personaggi, al forte legame che unisce Smilzo e la nanetta (un uomo adulto, ex analista finanziario e una bambina problematica) e si esige una serialità del racconto, come denotano le numerose mail e i messaggi ricevuti dall’autrice, che non esita a soddisfarli. Vistarini ama il suo pubblico, lo coccola e lo vizia, lo riempie di attenzioni e dai lui si lascia guidare ad esplorare ogni angolo, remoto e non, della sua fervida immaginazione. Nel corso dell’incontro analizza e destruttura i suoi personaggi, svela i loro segreti, le loro vere identità, stimolando e incuriosendo chiunque di essi non ha mai sentito parlare.
Traspare passione, amore, voglia di mettersi continuamente alla prova e di riscoprirsi oltre i propri confini. Per l’appunto, quando in conclusione le viene chiesto “Se tra tanti anni venisse indetto il Premio Carla Vistarini, come vorresti essere definita?”, Carla non esita neppure un istante nel rispondere, con la sua schietta sincerità: ”Vorrei cambiare il mio ruolo, vedermi dall’altra parte, perciò vorrei venir definita “lettrice””. E Carla Vistarini è un magnifico esempio di lettrice, non solo di romanzi, ma anche di vite, di sguardi, di anime.
Benedetta Pallavidino