“Transmission” – Alessandro Angeli racconta Ian Curtis
“All’uscita Ian sovraeccitato confida a Debbie che non ha intenzione di vivere oltre i vent’anni, lei fa un gesto scaramantico con la mano e continuano a camminare.”
Alessandro Angeli racconta Ian Curtis. “Transmission” (El Doctor Sax, pp. 194, euro 13) è il titolo di questo racconto che prende vita da un’adolescenza nella periferia di Manchester, sulle note di Bowie e sulle pagine di Dostoevskij. Sigarette, birre, stupefacenti e psicofarmaci saranno il fil rouge di una vita di distruzione e abbandono, una vita che include anche Debbie che diventa sua moglie nel 1975, quando lui ha solo 19 anni.
“Radio, live transmission. Listen to the silence, let it ring on eyes, dark grey lenses frightened of the sun we would have a fine time living in the night left to blind destruction, waiting for our sight…”
Nascono i Warsaw prima e i Joy Division poi, gruppo post-punk inglese con un nome che deriva da quei lager in cui le donne venivano sottoposte alle sevizie naziste. Nome che porterà questo nuovo e giovane gruppo ad aprirsi un varco nella musica europea e non solo, perché anche l’America li stava inutilmente aspettando.
“Allora improvvisamente reagisce: prende una bottiglia di birra che Hook ha lasciato dietro l’amplificatore e la spacca sul bordo del palco. Il disinteresse di poco prima di colpo sparisce. Li guarda. Sono in attesa. Appena si rotola sui cocci lacerandosi la pelle restano immobili. Quella scena sarebbe rimasta per sempre nella loro memoria”.
Ma i demoni sono nella mente di Ian, nelle sue crisi epilettiche, nei suoi viaggi onirici. La morte lo attanaglia, fagocitandolo. “Cosa c’entra la musica con tutto questo? Si chiede senza trovare risposta”. E sarà la morte a vederlo al suo cospetto, suicida, a soli ventitré anni. “Love will tear us apart”, leggiamo sulla tomba di Ian. Sicuramente è l’amore a farci a pezzi, ma anche la paura è un presagio di fragilità e Alessandro Angeli, risfiorandoci con la giovane vita di Ian Curtis riesce a dircelo bene, a ricordarcelo bene.
Marianna Zito