Silvia Giulia Mendola in prima nazionale con il monologo “La casa degli spiriti” al Teatro Binario 7 di Monza – L’intervista
“La casa degli spiriti” è il primo romanzo di Isabel Allende, pubblicato a Buenos Aires nel 1982 e in Italia l’anno successivo; dal romanzo è stato tratto anche il film, con un cast stellare: Jeremy Irons, Meryl Streep, Glenn Close, Antonio Banderas, Winona Ryder e Vanessa Redgrave. Dal 23 al 25 ottobre andrà in scena in prima nazionale al Teatro Binario 7 di Monza lo spettacolo omonimo, con Silvia Giulia Mendola, per la regia di Corrado Accordino e la musica dal vivo e la voce di Mimosa Campironi, produzione Teatro Binario 7 in collaborazione con PianoInBilico. Abbiamo fatto qualche domanda all’interprete dello spettacolo, Silvia Giulia Mendola, per avere qualche piccola anticipazione.
Come è nato l’adattamento del testo da romanzo a monologo, è stato un lavoro a quattro mani tra te e Corrado Accordino?
È stato un ragionamento a quattro mani, ma scritto solo da Corrado. Il testo teatrale è fedele al romanzo, è stata una scelta alla quale ha lavorato principalmente Corrado, ma ci siamo sempre confrontati. Abbiamo deciso di raccontare il punto di vista femminile, il fuoco maggiore è su Alba, che ritrova i quaderni della nonna Clara, una donna magica e luminosa con tutti i suoi poteri, e Blanca, la madre di Alba e figlia di Clara. Ci siamo concentrati su questi personaggi per raccontare la storia di tre generazioni attraverso l’eredità che viene tramandata di donna in donna. Non è tralasciato né il personaggio maschile di Esteban Trueba, rabbioso e furente, e nemmeno tutto l’aspetto politico, che è parte fondamentale del romanzo, con lo sfondo dei fatti storici che si concludono con il Golpe in Cile.
Da dove è venuta l’idea di lavorare proprio su questo testo?
Io e Corrado siamo amici da vent’anni, c’era da tempo il desiderio di lavorare insieme, lui mi ha proposto un monologo e io ho proposto questo testo, che da tanto tempo era lì nel cassetto che mi chiamava col pensiero.
Nel romanzo si toccano diverse tematiche, quale focus è predominante, quello dei rapporti interpersonali tra le tre figure femminili e i loro compagni o quello politico? O entrambi?
Abbiamo cercato di amalgamare il tutto, sicuramente in prima linea ci sono le storie di queste donne in un’epoca in cui la donna doveva stare in una determinata posizione: quando il protratto silenzio di Clara, che cade nel mutismo per nove lunghi anni, viene raccontato dai suoi genitori a Esteban, per quest’ultimo non è un problema, anzi, lo considera una virtù. I rapporti personali tra le coppie si intrecciano con lo sfondo politico e di denuncia, che arriva con i militari della destra, tanto che anche Esteban viene “detronizzato” e si rende conto che forse il suo partito conservatore e tutte le sue idee non erano così giuste, per quanto abbia avuto le sue profonde motivazioni. Esteban, dal niente, ha fatto diventare la sua azienda la più florida del Paese, si sente di avere il diritto di esercitare il suo potere sui contadini, ma in un mondo che stava già cambiando. Quando la destra sovvenziona i militari pensando di poter riprendere il potere per scacciare il pericolo dei comunisti, scoppia alla dittatura. Vista la situazione del mondo in questo momento, ci tenevamo a raccontare questa posizione e cosa può succedere in una dittatura.
Hai scoperto qualcosa di nuovo durante il tuo viaggio attraverso queste tre figure femminili? A quale donna ti senti più vicina?
Quello che ho scoperto di nuovo nel rileggerlo, nel mettermi le parole in bocca, è stata una crudezza maggiore di quel che ricordavo e di quel che viene raccontato anche nel film. Ci sono degli eventi che vengono scavati in modo molto profondo e che sono molto crudi e violenti, in contrapposizione all’anima femminile. Questo mi ha colpito di nuovo, nonostante conoscessi benissimo il romanzo. Sono indecisa a scegliere qual è la figura a cui mi sento più vicina perché tutte e tre sono così profonde, diverse, sfaccettate e umanamente di spessore, umanamente grandi. Forse la figura di Clara, a cui la penna di Corrado ha dato un grande rilievo perché è una donna straordinaria, in contatto con il mondo dei morti, tra l’aldiqua e l’aldilà come dice lei, e che riporta tutto quel realismo magico sudamericano di cui io sono perdutamente innamorata. È un personaggio che sfodera delle affermazioni complete, delle riflessioni profonde sulla vita. È tutto nell’ordine delle cose, ciclico, per cui la relazioni tra gli eventi sono il motivo per cui Clara annota sui suoi quaderni tutto quello che accade perché Alba possa servirsene per sopravvivere al suo stesso terrore. Clara dà anche gli strumenti ad Alba per interrompere quella che è una catena d’odio, partita da Esteban quando stuprò diverse contadine e portò alla nascita del figlio illegittimo, che sarà poi il torturatore di Alba. Quest’ultima durante tutta la prigionia non farà altro che covare pensieri di vendetta, ma uscita da lì decide di interrompere questa catena d’odio perché solo in questo modo si può riaprire la porta alla vita. È un concetto molto importante interrompere la catena d’odio, anche oggi nel nostro mondo attuale. Il romanzo affronta tematiche universali che si possono riportare a ciò che sta accadendo nel presente e farci fare riflessioni su quanto valga veramente la pena far prevalere l’odio, o l’amore, o la vita.
Ci sarà musica dal vivo e la voce di Mimosa Campironi, si tratta di composizioni originali? Essendo suoate dal vivo, Mimosa sarà in scena con te?
Sì, sono tutte musiche originali eseguite dal vivo, Mimosa sarà in scena con me, è un’artista e musicista straordinaria e una voce d’angelo. Il tessuto musicale diventa parte integrante dello spettacolo, è più che musica: è uno stare dentro la storia, che la porta avanti, che è necessaria per il racconto. Le atmosfere sono in linea con la narrazione, nella creazione di quelle che sono le apparizioni e tutto il mondo di Clara, ma anche la guerra.
Ultima domanda: da quanto tempo stai lavorando a questo spettacolo e quanto dura?
Stavamo pensando di lavorare insieme dal lockdown, da lì abbiamo cominciato a maturare il pensiero e a lavorarci, anche se non in modo continuativo. Lo spettacolo durerà piu o meno un’ora e un quarto.
Roberta Usardi