“SOGNANDO LA KAMCHATKA” DI CORRADO ACCORDINO AL TEATRO LIBERO DI MILANO
Arriva al Teatro Libero di Milano il nuovo spettacolo di Corrado Accordino, anche direttore artistico di questo teatro insieme Manuel Renga, dal titolo “Sognando la Kamchatka”.
Entriamo così in casa di Filippo (Marco Ripoldi), autista di macchine di lusso, che ospita per una partita a Risiko gli amici Nicola (Massimiliano Loizzi), disabile con il sogno di diventare scrittore e Diego (Corrado Accordino), un attore che a 47 anni non ha ancora trovato la strada per emergere e rendersi indipendente. La serata però coincide con una ricorrenza speciale per il padrone di casa, ovvero con il quarto anniversario da quando la fidanzata Claudia l’ha lasciato.
Filippo non riesce a smettere di sognare il suo futuro con Claudia, nonostante non l’abbia più rivista, e gli amici in ogni modo tentano di convincerlo – inutilmente – ad andare oltre. Ma la situazione non è poi così diversa per gli altri due: Diego viene preso di mira in merito alla sua carriera che non sembra voler prendere il volo nonostante i 25 anni di tentativi e Nicola, il personaggio più infuocato e schietto dei tre, vorrebbe mantenere il suo sussidio di invalidità anche qualora riuscisse a diventare uno scrittore. Ognuno di loro vive con il suo groviglio di insoddisfazione e frustrazione, convivendo con il proprio problema, e ognuno apparentemente sa dare soluzioni agli altri, ma non a se stesso. Uno scontro di vita a cui fa sfondo la partita a Risiko, la conquista dei territori, tra cui quello della Kamchatka, su cui si arriva e si disputa nel momento più caldo dello spettacolo, il momento di maggior tensione . Il gioco fa da mediatore a quanto i tre amici vorrebbero veramente dirsi. Tre persone unite dal loro stato problema, che non sembrano neanche ricordarsi perché sono uniti da un legame di amicizia, che tuttavia resiste, tra sensi di colpa, vigliaccherie, “vorrei, ma non posso”, provocazioni e sentenze che però non servono a farli cambiare.
Un testo interessante, che il pubblico segue attento senza fiatare, tra risate e pungenti realtà, senza riuscire ad immaginare come andrà a finire; la regia di Corrado Accordino permette di focalizzarsi a tutto tondo sui personaggi, sui loro singoli “non detti” tra un dialogo e l’altro, rendendo lo spettatore consapevole di quanto ognuno si porta dentro oltre alle parole che pronuncia “fuori”. La crudeltà non è cattiveria, ma solo il motore che vorrebbe in qualche modo aprire gli occhi verso un cambiamento, che però risulta sempre troppo faticoso, perché ai propri disagi ci si abitua e ci si affeziona. L’amicizia, d’altronde, è accettarsi per come si è, nel bene e nel male, è accettare quello che da altri non si accetterebbe mai.
Consigliato, in scena al Teatro Libero di Milano fino al 31 marzo.
Roberta Usardi