“Queen at the opera”, la potenza dei Queen e la dolcezza del rock sinfonico all’Arcimboldi di Milano
Nel 1975 uscì A Night at the Opera, uno degli album leggendari dei Queen. Cosa succederebbe se la musica dei Queen si trasformasse in rock sinfonico e il canto lirico si fondesse con il sound della più grande rock band della storia? Hanno proposto un simile esperimento al pubblico del Teatro Arcimboldi di Milano gli artisti dello show Queen at the Opera, che ha fatto sold out in quasi tutti i teatri d’Italia.
Il direttore d’orchestra Piero Gallo, che si dimenava al ritmo del rock mentre dirigeva un’orchestra di circa venti persone, ha guidato anche i classici musicisti che compongono una rock band: chitarra, basso e batteria. Il risultato è stata una musica graffiante e potente, ma con un retrogusto raffinato, dovuto soprattutto agli archi. Non mancava naturalmente per alcuni brani un pianoforte, accarezzato da un artista simpatico e carismatico, soprattutto durante i saluti. Sono stati eseguiti tutti i brani più celebri dei Queen: Radio Ga Ga, Bohemian Rhapsody, The show must go on, Under Pressure, We are the champions, We will rock you e molto altro.
La voce di Freddie Mercury non può resuscitare, ma può essere reinterpretata e trasformata. Il frontman dei Queen è stato sostituito da due grintose principesse del rock, Valentina Ferrari e Luana Fraccalvieri, e due leoni del sound, Alessandro Marchi e il volto già noto a teatro e in tv Luca Marconi. I quattro hanno portato sul palco la propria personalità e la propria originalissima voce, anche se qualche volta hanno provato a imitare le movenze di Freddie con successo. Freddie Mercury era un amante del glamour, perciò indossava sul palco costumi originalissimi; anche i cantanti di Queen at the opera hanno trasformato più volte il loro look con molteplici cambi d’abito: i maschi portavano sia capi coerenti con la propria personalità sia giacche da soldatino, le ragazze si sono invece trasformate in fatine dalla gonna di tulle coloratissima, ma con corpetti da rocker. Talvolta il rock ha lasciato spazio all’opera lirica, con arrangiamenti romantici e suggestivi: ha così brandito il microfono il giovane soprano Giada Sabellico, la sua voce angelica è esplosa nell’auditorium dell’Arcimboldi commuovendo il pubblico. Una cantante lirica deve sempre essere elegantissima, perciò la Sabellico ha indossato luccicanti abiti da sera. Freddie Mercury era affascinato dalla lirica come testimonia non solo Bohemian Rhapsody, ma anche molte scelte stilistiche dell’artista e il modo in cui utilizzava la sua straordinaria ed eclettica voce; sicuramente avrebbe apprezzato la profondità degli arrangiamenti di Queen at the Opera e l’interpretazione della cantante.
Sullo sfondo immagini digitali pittoresche che hanno aggiunto ai brani significati inediti e hanno portato sul palco mille luci e colori. Verso la fine del concerto, gli spettatori si sono alzati in piedi e hanno iniziato a battere il tempo. Ma da chi è composto il pubblico dei Queen nel 2022? Si tratta di persone eterogenee per quanto riguarda l’età: cinquantenni e sessantenni siedono al fianco di ventenni e trentenni, ma troviamo anche genitori che tentano di trasmettere la passione del rock a figlioletti in tenera età. Immaginate persone così diverse ballare e cantare assieme e capirete sin dove possa spingersi la magia dei Queen.
Possiamo dunque affermare con decisione che il rock non è ancora morto, in quanto viene continuamente reinterpretato da tribute band che aggiungono ai testi originali dei significati inediti, inoltre è ancora seguito da un numeroso pubblico di appassionati di tutte le età. Lo spettacolo è stato un successo, e ha portato della buona musica nella città di Milano e nel quartiere universitario di Bicocca. Purtroppo Freddie Mercury ha lasciato un grande vuoto che non può essere colmato, ma è sempre piacevole ricordarlo grazie alle nuove generazioni di artisti.
Valeria Vite
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