“Post-Scriptum. Diario 1992-2013”: Jane Birkin e la vita dopo Gainsbourg
“Post-Scriptum. Diario 1992-2013” (2021, pp. 384, euro 19) è il diario che Jane Birkin decide di pubblicare dopo Munkey Diaries (dal 1957 al 1982), le pagine della sua fama insieme a Serge Gainsbourg, con la “scandalosa” Je t’aime… moi non plus. Munkey è la scimmietta di peluche degli undici anni di Jane, da cui non si divise mai, fino alla morte di Serge, nel 1991, quando la depose con lui nella tomba “per proteggerlo nell’aldilà”.
Post-Scriptum è la sua vita dopo Serge, accanto al regista Jacques Doillon e alla nuova arrivata Lou. È il libro che racconta il suo lavoro dopo l’apice del successo, della partecipazione politica e le cause umanitarie durante la guerra in ex-Jugoslavia, fino all’incontro con lo scrittore Olivier Rolin. Ma in queste pagine è costante anche la presenza di Serge, della loro figlia Charlotte e di Kate, la primogenita della Birkin, avuta dalla relazione con il compositore John Barry. Sono pagine, queste, di una nuova vita, di gioie e di dolore, che si fermano improvvisamente nel 2013, con la morte di Kate. “La perdo per la mia incostanza, la mia vita da attrice, la mia debolezza di madre”, scriveva già nel dicembre del 1982. Il suicidio di Kate è il suo fallimento dell’ “essere madre” e rappresenta per la Birkin l’epilogo di un rapporto intenso vissuto, sin da sempre, in una simbiosi contrastante. La morte di Kate mette in discussione tutto, nel suo animo.
“Incapace di continuare, come se non avessi più il coraggio di esprimermi in quella nebbia, avendo perso la fiducia in me come madre. Mi sono eclissata.”
Edizioni Clichy ci riporta tra le mani questi scritti con commenti e annotazioni, tradotti da Alessandra Aricò. Sono pagine fitte in cui la Birkin riversa tutti i suoi stati d’animo e le emozioni, soprattutto le più dolorose, come la morte di Gainsbourg e, subito dopo, di suo padre; oppure il rapporto con Kate con i suoi episodi violenti, tormentati e di totale smarrimento o ancora il rapporto con Doillon e il legame con Serge stesso.
“Jacques, perché non hai paura che ti lasci? Perché sei così sicuro di te Dormi così calmo. E io, ho di nuovo in testa le valigie. Serge è come se fosse il mio paese, sono tentata di tornare lì per morire, per sentirmi in pace. In fin dei conti, so che la vita senza di lui o senza di te sarebbe finita allo stesso modo.”
I diari di Jane Birkin sono intimi e nudi e si compongono di una scrittura catartica, ingenua e libera da ogni sorta di inibizione e remore nell’esprimere paure, sogni e passioni. Quella nudità interiore che va a svelare i pensieri più profondi e nascosti e che si riversano sulle pagine spontaneamente, macchie indelebili di inchiostro a raccontare una vita.
Marianna Zito