Relazioni, botanica e interazione: questa è la musica di Sgrò, cantautore domestico – L’intervista

L’ironia può essere un valore aggiunto per un cantautore, se ci sa fare con le parole e non si prende troppo sul serio. Ci riese benissimo il cantautore “domestico” Sgrò, all’anagrafe Francesco Sgrò, che ha debuttato con il primo singolo “In differita” proprio pochi giorni prima del lockdown di marzo 2020. A quel singolo è seguito “Le piante” e il 22 gennaio 2021 è uscito “Maledizione”. Uno stile pop elettronico che unisce anche l’interattività sul sito web dell’artista. Abbiamo scambiato molto volentieri quattro chiacchiere per conoscerlo meglio.
“Maledizione” è il tuo nuovo singolo, in cui parli di qualcuno da cui non riesci a liberarti, Canti “un errore unire le nostre paure senza sapere qual è la direzione”: da quale ispirazione sei partito?
Quando ci si avvicina tanto a qualcosa o a qualcuno capita, perlomeno a me succede spesso, che si cominci a dover fare i conti con tantissime forze centrifughe, forze che spingono a mandare tutto per aria e a ritornare al proprio stato di quiete iniziale. Io, ma il mio parere non è esaustivo, in questa canzone sento il desiderio di smetterla di subire invasioni da parte degli altri.
Girerai e comparirai nel videoclip di “Maledizione”?
Il videoclip di “Maledizione” sarà sempre diretto da Pietro Borzì, già regista degli altri due videoclip, e uscirà prossimamente. Non comparirò. Continuo quindi a essere assente dai miei video. Mi piace questa scelta. Già mostro la mia voce. Per adesso il corpo lo lascio in tuta girare per casa.
Abbinerai anche per “Maledizioni” un gioco interattivo? Te lo chiedo guardando la copertina del singolo, che porta a pensarlo.
Hai fatto centro. Sì, ci sarà qualcosa. Ci sto pensando da qualche settimana, vediamo se riesco a realizzare quello che mi è venuto in mente.
“Le piante” è il singolo uscito a settembre, e per l’occasione il tuo sito è diventato una rivista di botanica. Cosa hai appreso e cosa ti ha stupito del mondo delle piante? Al di là che peperone e pomodoro sono frutti…
Mi stupisce la generosità delle piante nei nostri confronti. Sono bravissime con la specie umana, infatti hanno un sacco di proprietà che ci fanno benissimo.
Ti sei scoperto pollice verde durante il lockdown e la scoperta della botanica?
Assolutamente. Lo ero già prima. Sono cresciuto in collina.
“In differita” invece è stato il tuo singolo d’esordio, in che occasione l’hai composto?
L’ho composto molti anni fa. Mi sono messo con grande fatica lo scafandro da palombaro e mi sono immerso. Quella canzone è la trascrizione di quello che mi passava davanti agli occhi in quel momento.
Quali sono i tuoi prossimi progetti, stai lavorando a un disco o al prossimo singolo?
Ho un disco pronto da un paio d’anni. Il Covid ha cambiato tutti i piani che avevo. Mi sono promesso che finché non ci sarà la possibilità di suonare live non farò uscire il disco. Da ora fino a quel momento usciranno solo canzoni tratte dal disco.
Come hai incontrato il tuo produttore artistico Andrea Ciacchini?
Andrea lavora al SAM Recording Studio di Lari. Un bellissimo studio. Il primo incontro è avvenuto 4 anni fa. Andai con un po’ di canzoni chitarra e voce e, da lì, abbiamo iniziato a lavorarci. È sicuramente una persona a cui sono molto legato. Si è creata una misteriosa sintonia che mi è costata però un grandissimo dispendio di energie emotive. Sai, non mi ero mai preso sul serio come autore di canzoni fino a quel momento.
Quando hai iniziato a scrivere canzoni?
Come tanti tra quelli che scrivono canzoni, se non tutti, anche io ho iniziato da adolescente, a 13 anni.
Quali sono i tuoi artisti preferiti?
Più che preferiti, ci sono artisti che ammiro molto. Al momento quelli che ascolto con più frequenza, di italiani, sono Franco Battiato e Vinicio Capossela. Poi ovviamente ammiro anche artisti più giovani come Generic Animal, Giovanni Truppi, Margherita Vicario, Cosmo e mille altri.
In quanto “cantautore domestico”, in quale parte della casa ti senti più affine?
Sicuramente camera mia, di notte, verso le 2 di mattina, quando i miei coinquilini e tutti i condomini di questo palazzo sono andati a dormire.
Roberta Usardi
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