#ioleggoacasa – “Aspettando il vento”: una fiaba verso sud
“Andrea era così, parlava quasi niente. Caterina invece non stava mai zitta. Erano i miei migliori amici”.
Francesco Niccolini, Luigi D’Elia e Simone Cortesi danno vita a una storia sincera che si svolge a Serranova, in provincia di Brindisi, in Puglia. Poche case, una strada, un alimentari, una chiesa, un ufficio postale, una fontana, una stazione, un mare di ulivi e Torre Guaceto, “un posto selvaggio, tutto boschi e macchia mediterranea”.
Arturo, il piccolo protagonista della storia, vive a Serranova con la sua famiglia e ha fatto amicizia con Caterina, che da grande vuole fare la ‘rnitologa ed è una ragazza straordinaria. Arturo balbetta ma questa sua caratteristica rende ancora più avvincente la storia e rende le sue parole vive e piene di bontà. La palude è l’unico posto in cui Arturo non può mettere piede a causa del divieto imposto dalla madre ma, un giorno, decide di avventurarsi e, oltre un canneto, vede un ragazzo intento a osservare gli aironi: Andrea. Quest’ultimo sta costruendo una tenda galleggiante per arrivare al centro dello stagno e osservare tutti gli uccelli presenti senza correre il rischio di spaventarli. Mentre Arturo coltiva le sue due amicizie, nelle pagine del libro prendono forma disegni di uccelli bellissimi che destano curiosità. Galleggiano i lori nomi in tutte le pagine e così il lettore sa che dovrà tener spazio nella sua mente per tante parole: cigni, gru, gabbiani, upupe, gruccioni, pispole, ballerine bianche, barbagianni… In seguito, Arturo perde di vista Andrea e, al suo posto, c’è solo un barbagianni e la fine del suo balbettio. Forse solo Caterina e i lettori riusciranno a comprendere il mistero che avvolge queste amicizie.
“Aspettando il vento. Una fiaba verso sud” (Becco Giallo, pp. 111, euro 14) di Francesco Niccolini, Luigi D’Elia e Simone Cortesi è una fiaba che vi catturerà per la bellezza con cui è stata narrata e disegnata. I disegni in bianco e nero sono perfetti per delineare questa storia che racconta del Sud e della speciale riserva naturale di Torre Guaceto.
Debora Colangelo