L’ora di conquistare il mondo: ECCE ROBOT! di Daniele Timpano al MUSE
“Violenti, melensi, pericolosi, diseducativi e pornografici? Può darsi. D’altronde sono stati loro i nostri veri genitori”.
Domenica 13 settembre 2020, in una serata con tante stelle in cielo quante zanzare in terra, sul palco all’aperto del MUSE – Museo delle Scienze di Trento è apparso Daniele Timpano con il suo “ECCE ROBOT! Cronaca di un’invasione“. Un evento gratuito (previa prenotazione), nel più scrupoloso rispetto delle misure anti-Covid, nell’ambito della mostra temporanea “Cosmo cartoons. L’esplorazione dell’Universo tra scienza e cultura pop” che rimane visitabile fino a domenica 27 settembre.
Lo spettacolo, come titolo e sottotitolo lasciano presagire, oscilla o per meglio dire saltella tra l’auto(mito)grafia – difficile, per chi ha letto anche solo le prime righe di “Ecce homo. Come si diventa ciò che si è”, non avvertire l’eco delle parole “io non sono un uomo: sono dinamite” – e il racconto cronologico di fatti tutt’altro che immaginari. Anzi, di fatti così reali da aver contribuito in modo decisivo a plasmare l’identità di una generazione: l’invasione, sulle emittenti nazionali e soprattutto locali, dei cartoni animati giapponesi. Una soluzione a basso costo per riempire ore e ore di palinsesto, che di lì a poco si trasformerà in qualcosa di ben più grande, pervasivo e controverso.
“Già dal ’78, per la maggior parte degli italiani il problema non è che i cartoni animati giapponesi siano brutti. Il problema è proprio che sono giapponesi, e perciò lontani, alieni, incomprensibili, così diversi dalla nostra cultura occidentale!”.
Sedendosi e alzandosi dalla seggiolina di scuola elementare, Daniele Timpano alterna il punto di vista del bambino e quello della società degli adulti (che sono stati sì bambini a loro volta, ma con una educazione marcatamente perbenista). Al tempo stesso, i diversi segmenti dello spettacolo, scanditi da una voce fuori campo, alternano ed incastrano gli eventi “dentro” la televisione e “fuori”. Il risultato di questo originale mosaico, divertente e serio come le due facce del gioco, è inevitabilmente bifronte: autore e attore, Timpano mette a nudo ciò che a ogni età è la parte più vulnerabile e al tempo stesso la più forte.
Incuriositi, divertiti, sorpresi, gli spettatori non guarderanno più con gli stessi occhi i prodotti di animazione, né ascolteranno con le stesse orecchie le ricorrenti polemiche sollevate dai giovani di qualunque ieri nei confronti del presente. Colpisce, soprattutto, l’intenso lavoro di ricerca e di studio incessante che c’è dietro, e dentro, e davanti. A questo proposito, il nuovo spettacolo della compagnia Frosini & Timpano “Ottantanove” debutterà in prima assoluta il 28 ottobre 2020 al Teatro India di Roma, nell’ambito della 35a edizione di Romaeuropa Festival. Sul palco, insieme a Elvira Frosini e Daniele Timpano, ci sarà per la prima volta Marco Cavalcoli. Restiamo in fremente, spettinatissima attesa.
Pier Paolo Chini