L’autobiografia a fumetti di Saviano disegnata da Asaf Hanuka
Un’autobiografia tradotta in graphic novel, è “Sono ancora vivo” (BAO Publishing) di cui Roberto Saviano scrive i testi, non solo per condividere con le parole la sua esperienza, ma anche per condividere – con effetto immediato e grazie all’israeliano Asaf Hanuka – le immagini della sua vita, mettendosi a nudo come mai aveva fatto in passato.
Nell’incontro al Salone Internazionale del Libro di Torino, moderato da Michele Foschini, Saviano definisce Asaf un disegnatore realistico, che trasforma questo realismo in fughe di fantasie radicali; lì dove il disegno diventa più forte del solo racconto, diventa quasi una prova tangibile e non contestabile perché rimane lì impresso nella mente, a esprimere e a far immaginare la scena esattamente come è accaduta, donando al lettore vere emozioni. Il passaggio più complicato è stata la comprensione e trasposizione di elementi di una cultura, non solo italiana ma soprattutto napoletana – dalla mozzarella di bufala, al panettone o al battiscopa – cultura che prima d’ora ad Asaf era totalmente sconosciuta.
Saviano non ha vergogna di essere vivo, ed è vivo grazie alle parole, non solo sue, ma di tutti coloro che lo hanno sempre supportato. Saviano è vivo perché contro la mafia ha combattuto, da solo e in prima persona. E allora bisogna demolirla quella sensazione di essere vivo solo per una mera concessione, trasformandola finalmente in vittoria. Le cose si trasformano con la scelta quotidiana e con la forza delle parole, che non riguardano solo Saviano ma anche chi ha deciso di combattere tutti i giorni le mafie. Le lacrime, in cui Saviano è immerso nell’immagine di copertina, sono non solo un dolore, ma la metafora della liberazione, una liberazione appunto condivisa.
E allora perché Saviano ha scelto il fumetto e non una vera e propria autobiografia? Perché la sola scrittura non bastava a esprimere troppo dolore e così tanta confusione. Il fumetto è un fermo immagine che ha più livelli di lettura e interpretazione da parte del lettore. “Sono ancora vivo” è la storia di una ferita, che tutti noi conosciamo bene e queste immagini diventano una buona occasione per far sì che Roberto Saviano possa riprendere in mano la propria vita e la propria libertà.
Antonio Caputo