La Bucarest di fine ‘800 di Ioana Parvulescu
L’autrice e il romanzo
Ioana Parvulescu con il suo libro “La vita comincia venerdì” (Voland, pp. 352, euro 18, a cura di Bruno Mazzoni, nella traduzione di Mauro Barindi) ci porta alla scoperta di quella Bucarest della fine del XIX secolo e dei suoi variopinti cittadini. “A thing of beauty” lo definisce nella sua postfazione Mircea Cărtărescu, un romanzo intriso di una nostalgia delicata per il passato.
La trama e i personaggi
Il romanzo si snoda attraverso gli ultimi tredici giorni – che cominciano da un venerdì – dell’anno 1897 e in tredici capitoli che ci presentano un turbinio di personaggi, che l’autrice sviscera minuziosamente per descriverci le loro abitudini, i loro desideri, le loro paure, le loro vite. Ci regala, inoltre, una miniatura della società dell’epoca, ci racconta di carrozze di feste galanti e duelli di spade, che fanno da sfondo ai suoi protagonisti: il simpatico Nicu, piccolo fattorino della città, la giovane Iulia e le sue pene d’amore, il nostalgico colonnello Boerescu Costache. E in questa miriade di personaggi appaiono Dan Cretu, un insolito straniero dal passato ignoto, e un giovane scomparso misteriosamente di morte violenta. “Lumino Popescu”, sono le parole enigmatiche che porta con sé e che si ripetono lungo il romanzo come un mantra.
Incontro tra fantasia e realtà
Il tema poliziesco e quello metafisico si insinuano e si fondono, quasi come un pretesto, per raccontare le meravigliose vite dei personaggi, che popolano la preziosa ricostruzione storica della Bucarest di fine ‘800 incastonata nel romanzo. “Forse in effetti, come bene è stato detto qui, quel che è stato e ciò che sarà. Forse, come invece non è stato detto ancora, ma presto lo si dirà, sono gli anni a stare fermi, simili a un paesaggio visto dal finestrino di un treno, mentre siamo noi, noi, quelli che passano”.
Domenico Lauria