“La resa”, il romanzo di Jelena Lengold
“A volte vi lasciate alle spalle qualcosa e sperate che quella parentesi del passato non riemerga più. Che nessuna acqua limacciosa la rigetti a riva. Potete far finta, davanti agli altri e a voi stessi, che non esista più, come non esiste una gamba amputata. Là dove un tempo c’era una parte della vostra vita, ora c’è uno spazio vuoto. Non serve neanche di sforzarvi di riempirlo con qualcosa, perché è impossibile. Basta non sollevare il coperchio, mai, per niente al mondo. E a questo io mi sono attenuta, negli anni passati. Ma la gamba amputata ha trovato la strada da sé, ha barcollato ed è caduta davanti a me. E ora?”
“La resa” (Voland, 2022, pp. 173, euro 16) è un romanzo scritto da Jelena Lengold, autrice di spicco della letteratura serba. Uscito in Serbia nel 2018, in Italia è stato tradotto per Voland da Elisa Copetti e curato da Alice Parmeggiani. Scritto con una prosa godibilissima, interamente in prima persona, si compone di tre parti in cui il lettore conosce la protagonista in tre distinte fasi della sua vita: l’infanzia, la giovinezza e l’età adulta. Pagina dopo pagina vengono narrati episodi della sua vita e – pur non conoscendone il nome, o i luoghi e il tempo in cui si svolge la storia- sembra conoscere il suo stato d’animo.
La bambina che popola le prime pagine vive a stretto contatto con il fratello maggiore con cui condivide giorni di spensieratezza, macchiati, più o meno improvvisamente, dall’infedeltà e dall’alcolismo del padre. Ad aggravare ulteriormente la situazione c’è la malattia e poi la morte della madre, e da lì ogni giorno sarà più nero del precedente. A sorprendere ancora i due fratelli, sarà l’assassinio del padre. Il buio allora si fa totale. Finisce l’infanzia e anche l’idea di famiglia. Resta poco dei due fratelli. In effetti, resta soltanto un voto di silenzio. Nella seconda parte del romanzo, la bambina è diventata una ragazza che ha provato ad andare avanti, vivendo la sua vita, come vuole, come può. Allaccia relazioni amorose senza farsi mai davvero coinvolgere e quel fratello lasciato anni prima forse somiglia troppo al loro padre.
Per quanto si cerchi di fuggire però, il passato torna. Si presenta come un uomo con l’impermeabile grigio e costringe a ripercorrere luoghi e storie già vissute. Il romanzo si chiude con il racconto della vita adulta. La bambina ora è una donna, moglie e madre. È stanca e ancora custode di quel segreto che la accompagna da una vita. Un segreto ingombrante da cui si lascia sopraffare. O forse no. Forse fare i conti con il suo passato vorrà dire tornare a vivere.
Sara Pizzale