“Il cacciatore di ricordi. Quattro casi gialli per un neuroscienziato” di Fabrizio Benedetti
“Siamo pervasi da dubbi e incertezze, ogni giorno, ogni mese, ogni anno della nostra vita. Chi ha certezze non cerca, chi ha dubbi cerca continuamente e disperatamente. Ma quando si cerca nella mente degli altri, ci si accorge che i pensieri e le azioni percorrono sentieri nascosti che si snodano in direzioni difficili da comprendere nel complesso del loro significato. Non so cosa sia più complesso, l’Universo o il cervello, ma sono sicuro che indagare l’uno significa comprendere anche l’altro”.
Il cervello umano e la memoria
Nel nostro cervello vi sono circa 100 miliardi di neuroni, che comunicano tra loro attraverso segnali elettrici e biochimici. Grazie a essi noi vediamo, sentiamo, ci muoviamo, leggiamo, pensiamo e ci emozioniamo. Da impulsi elettrici e biochimici si generano sensazioni, pensieri, sogni, riflessioni, sentimenti. Le neuroscienze hanno ancora poche risposte e molte domande; il cervello umano è un grande enigma. La nostra coscienza è un grande enigma. La nostra memoria è un grande enigma.
Noi siamo la nostra memoria, se non avessimo ricordi non avremmo un’identità. Tuttavia, la memoria non è un magazzino in cui vi sono relegate registrazioni oggettive di ciò che abbiamo vissuto. La nostra memoria non è solo una riproduzione di ciò che ci è accaduto, la nostra memoria è molto di più. Intanto la nostra percezione non è mai oggettiva, basti pensare a come i diversi stati d’animo influenzano il modo in cui percepiamo ciò che ci circonda, o pensare che non tutti gli stimoli presenti nell’ambiente raggiungono la nostra percezione, oppure la raggiungono ma non arrivano alla coscienza, eppure sono presenti (avete mai sentito parlare dei messaggi subliminali, ad esempio?).
Le memorie sono frutto di nostre elaborazioni e anche rielaborazioni, perché noi esseri umani abbiamo un grande dono: la capacità di narrare, ed è attraverso la narrazione che ri-significhiamo costantemente i nostri ricordi ovvero gli ridiamo significato, li trasformiamo. Ma non basta, le nostre memorie possono essere anche false; infatti, diversi studi hanno dimostrato come nell’essere umano si possano impiantare falsi ricordi. E allora quando un professionista della salute mentale o un ricercatore di neuroscienze si trova di fronte a un paziente, questo diviene un mistero, un enigma da scoprire nelle sue parti consapevoli ma anche nelle sue parti nascoste a se stesso e agli altri.
L’autore e il libro
Fabrizio Benedetti nel suo libro “Il cacciatore di ricordi. Quattro casi gialli per un neuroscienziato” (Mondadori, 2021, pp. 239, euro 18) in modo estremamente appassionante racconta il suo lavoro di detective. Partendo dai dati a disposizione, le sue indagini, narrate con uno stile semplice e lineare, nonostante la complessità degli argomenti trattati, sono ricche di emozioni, intuizioni e svelano le sfumature non solo della mente, ma soprattutto dell’animo umano.
Medico e insegnante di neurofisiologia, l’autore riesce a trasportare il lettore in una nuova dimensione, fatta di curiosità, sospensione del giudizio, desiderio di scoperta. Indagando in maniera empirica la mente, attraverso elettroencefalogrammi, risonanze magnetiche e altri strumenti di investigazione che ogni neuroscienziato ha nella sua “valigetta degli attrezzi”, ma soprattutto attraverso la propria sensibilità umana e la propria capacità intuitiva, permette al lettore di soffermarsi, scrutare e scoprire la complessità della mente umana, che spesso si auto-inganna, ingannando anche chi la osserva.
I casi clinici
Attraverso quattro casi clinici reali, Fabrizio Bendetti catapulta il lettore alla scoperta di quattro gialli.
C’è Sonia, affetta da demenza vascolare, un passato costellato da amore e sofferenza verso sua figlia. Quest’ultima è affetta dalla sindrome di Ondina, una patologia genetica rara che, così come nella maledizione narrata dalla mitologia, toglie a chi ne è affetto la capacità di respirare in modo involontario. Sonia racconta però un oscuro segreto del suo passato. Sarà vero? O deriva solo dalla confusione generata dalla graduale perdita di memoria causata dalla demenza?
C’è poi Magda, convinta di aver vissuto un caso di anestesia cosciente e di aver sentito, in quella circostanza, uno dei chirurghi ammettere un suo errore, fatale per la vita di un altro paziente. Ma era realmente cosciente durante il suo intervento? O i suoi racconti sono solo frutto di rielaborazioni, dovute a percezioni distorte per via dell’anestesia?
C’è Andrea che utilizza l’LSD per fare viaggi immaginari e godere della sinestesia (fenomeno per cui le percezioni sensoriali si mischiano, così da avere la sensazione di poter toccare la musica o assaggiare i colori). La sua realtà incantata ci mostra come il conetto di realtà sia estremamente fragile: è vera la realtà che è dentro di noi, o quella fuori da noi? E cosa c’entra con lui Genny che durante un intervento di asportazione di un tumore parla di quella stessa realtà incantata?
“Voglio attraversare il sistema solare di nuovo” mi disse l’ultima volta che lo vidi. “Lo voglio fare con Mu e Phi. Sono loro che mi fanno vedere una realtà che vale la pena vivere. Sono loro che mi fanno attraversare il vuoto, i pianeti, le palle di fuoco, distaccato dal mondo reale. Sono loro che mi fanno comprendere la vera essenza delle cose che ci circondano”.
“Non devi farlo” gli rispondevo”. La realtà è questa. È ciò che stai vivendo ora. Devi carpire i suoi più piccoli segreti per provare piacere e godimento “.
Infine, c’è Marcus, che ha vissuto sulla propria pelle il massacro di Srebrenica e, infatti, una malattia psicosomatica affligge la sua pelle. Si chiede costantemente se ciò che accade sia frutto della casualità oppure sia già stato scritto da un dio. I suoi ricordi lo perseguitano, i suoi sensi di colpa lo tormentano. Cosa succede alla sua mente e cosa succede alla sua pelle?
La mente e le esperienze umane
Pagina dopo pagina, caso dopo caso, Fabrizio Benedetti ci porta alla scoperta dell’uomo. Attraverso le sue indagini sorprendenti, percorre i sentieri nascosti e sconfinati della mente, osservando l’essere umano nelle sue parti più recondite e profonde. Il lettore si sorprende, segue con curiosità gli enigmi, si domanda, si stupisce, impara a osservare, impara a porsi le domande giuste.
Un libro avvincente, affascinante, che racconta di esseri umani, che soffrono, si confondono, delle volte si smarriscono in se stessi e nell’esistenza. Un libro che insegna ad avere a che fare con la complessità della vita, delle relazioni; con la complessità che appartiene a ogni essere umano. Una lettura adatta a chi vuole affacciarsi alla mente umana attraverso degli occhi, quelli dello scrittore, che accompagnano, con competenza e leggerezza, verso scoperte che non possono che lasciare senza fiato.
“Noi siamo il nostro cervello, i nostri ricordi, le nostre memorie. La nostra mente vive una realtà privata, soggettiva, a volte imperscrutabile”.
Lavinia Narda