“La principessa ballerina” di Stefania Colombo
“Essere troppo seri è una cosa da bambini”
Una volta ho conosciuto un vecchio pittore su un’isola, aveva la sua bottega d’arte e dipingeva tutto il giorno. Non si era mai mosso dall’isola, o almeno si vantava di questo, ma tutto il mondo era passato da lui. Non aveva bisogno di spostarsi, tutti prima o poi arrivavano alla sua bottega. “La principessa ballerina” (Morellini Editore, pp. 144, euro 14.90) di Stefania Colombo, un libro delicato, intenso e ricco di poesia, mi ha ricordato quel vecchio pittore, chissà che fine avrà fatto. Magari avrà abbandonato la sua isola e sarà andato lui questa volta incontro agli altri.
Tra mito e realtà
Tra leggenda e documenti storici, sullo sfondo di un inizio novecento, sulla grande nave italiana, La principessa ballerina, sono passati tutti. Bauli, il creatore del pandoro conosciuto in tutto il mondo, giovane pasticcere veneto dalle belle speranze; Vittorio De Sica prima di diventare il grande regista che tutti conosciamo; Guglielmo Marconi, che in un modo strano avrà un ruolo importante tra le pagine scritte da Stefania Colombo. Tutti sono passati prima e dopo la prima grande guerra mondiale dalla principessa Mafalda, vero nome della principessa ballerina, chiamata così per la sua grazia naturale e la sua andatura un po’ eccentrica, mai noiosa. Sorella gemella della principessa Iolanda, ben più sfortunata, nata male e affondata subito. Non sarà così per la nostra principessa destinata ad avere un ruolo centrale anche durante la guerra.
Viaggi sull’oceano
Tra Genova, Buenos Aires e New York si intrecciano storie di vita e giovani uomini crescono, alle volte troppo presto. Come Menico, altro protagonista del romanzo. Una vita segnata, per lui e per la principessa fin dalla nascita. Uno stesso destino li accomuna, prima ancora di venire al mondo. Nati dal mare e al mare regalati. Anche Menico nasce con la morte addosso. Menico e Mafalda, una vita scritta nelle stelle. L’universo li vuole uniti ma il piccolo uomo deve crescere. Così, mentre La principessa ballerina solca gli oceani e ospita illustri personaggi – un giovane Pirandello che non si ritrova tra gli specchi della nave – Menico vive all’ombra del fratello morto una vita che non gli appartiene, che non sente sua. Lui, innamorato della vita e delle parole, un giovane poeta, ma ancora non lo sa, che scopre tra i versi di Montale e Ungaretti la bellezza e l’antifascismo.
Viaggi, amore e poesia
Sono anni difficili, anche nei bar di provincia si ha paura di parlare, Matteotti è sparito ma nessuno ha sentito niente, il segreto di Pulcinella. Menico è un sognatore, è l’uomo dei No, della ribellione. Vuole fare il poeta, è un poeta nel cuore e nell’anima. Lui animo puro e innocente. Scopre l’amore in una giovane francese, quello adolescenziale, unico, meraviglioso che ti rimane attaccato addosso tutta la vita. Incontrare il tuo destino segnato ancora prima di nascere grazie all’amore. È una poesia già solo pensarlo, e le poesie vanno lette, vanno amate, vanno urlate a gran voce magari al telegrafo di una grande nave. Menico e Mafalda si incontrano per amore. Cresceranno insieme sulle acque dell’oceano e non si lasceranno mai più. Per essere un poeta devi essere prima di tutto un uomo, come per amare una donna. E sulla principessa ballerina il nostro giovane sognatore diventerà un grande uomo leggendo poesie francesi, la lingua della sua fiamma, amando la vita e scoprendo l’amicizia. Buon viaggio. La principessa Mafalda vi aspetta.
Antonio Conte