“Dopo mezzanotte” – Irmgard Keun e la Germania di Hitler
Irmgard Keun (1905 – 1982) fu una importante scrittrice tedesca, autrice di sceneggiature, reportage e una dozzina di romanzi, che negli anni ‘30 vennero proibiti dai nazisti. Nel 1937, in un periodo fruttuoso e positivamente influenzato dalla relazione della Keun con il grande scrittore austriaco Joseph Roth, viene pubblicato per la prima volta il romanzo “Dopo Mezzanotte” (Nach Mitternacht, L’orma editore, 2019, pp. 192, euro 16), ambientato proprio negli anni dell’ascesa del nazismo e della figura di Adolf Hitler.
“Il mio nome è Susanne. Susanne Moder. Ma mi chiamano Sanna. Sono contenta quando mi accorciano il nome, perchè vuol dire che sono circondata da amici. Le persone che vengono chiamate sempre e solo con il nome di battesimo completo secondo me non sono mica amate.”
La protagonista e la voce narrante è quella di una giovane donna, di nome Sanna, diminutivo di Susanne Moder, che attraverso ricordi e flashback alternati al presente, racconta la sua vita prima a casa della zia a Colonia e successivamente a casa del fratello e della cognata a Francoforte. Originaria di Lappesheim, sulla Mosella, Sanna si trasferisce dalla zia Adelaide a Colonia, e lì conosce il cugino, Franz, di cui si innamora. Per potersi sposare e avviare insieme un’attività commerciale, una piccola tabaccheria, Franz decide di mettere da parte metà dei soldi del suo stipendio, senza più darli tutti alla madre, nonostante quest’ultima sia contraria e non manchi di esplicitare la sua perenne ostilità sia verso il figlio, sia verso Sanna. Sanna, nell’attesa che Franz metta via sufficienti risparmi, decide di trasferirsi per un po’ a Francoforte dal fratellastro Algin, uno scrittore sfortunato, che vive con la moglie Liska in un bell’appartamento, comprato in tempi più rosei e fruttuosi. A fare da sfondo, una Germania che si radica sempre di più, giorno dopo giorno, sulle idee del nazionalsocialismo, con una forte impronta antisemita in via di sviluppo, e il rischio di finire arrestati anche solo esprimendo idee, se non in linea con quelle che il tanto acclamato Führer declama con impeto e con tutto se stesso al popolo tedesco.
Una vita non semplice, ma Sanna vive da osservatrice, non si cura molto della politica o della Germania o della razza ariana che viene declamata come razza pura superiore, per questo – sostiene l’amica Gerti – si innamora di un “meticcio”, Dieter Aaron, nato da padre ebreo e madre ariana, non capendo né accettando le barriere che la politica ha posto sui rapporti umani. Ma, soprattutto, Sanna ha in sè quella freschezza e voglia di vivere tipica di una giovane della sua età.
Irmgard Keun è in grado di far volgere lo sguardo a trecentosessanta gradi verso la società tedesca di quel tempo, raccontando gli incontri in birreria, le feste, gli avvenimenti, e soprattutto le scelte che la popolazione era costretta a intraprendere per poter vivere senza intoppi. Un regime tutt’altro che libero, intriso di politica fanatica, con soldati in divisa da SA o SS in ogni angolo, con luoghi da evitare, storie di fughe, di disperazione e di rassegnazione. E anche Sanna, in tutto questo, si troverà a dover fare la sua scelta. Una scrittura sincera e diretta, un libro che tiene ancorato il lettore e lo porta a immaginare la Germania di un periodo storico delicatissimo e sulla via del non ritorno, verso un estremismo che mai avrebbe dovuto raggiungere.
Roberta Usardi