Giulia Nervi fa “Tutto da sola” al Teatro Garbatella di Roma

Nell’attuale momento storico del teatro italiano cosparso prevalentemente di drammaturgia classica, rivisitazioni e arrangiamenti di vecchi testi drammatici e giovani compagnie che si arrabattano a scrivere commedie che richiedono l’impegno di una molteplicità di attori, è difficile scovare uno spettacolo comico scritto e interpretato da una sola attrice che riesca a tenerci inchiodati sulla poltrona col sorriso sulle labbra per un’ora e mezza, e che altresì ci renda partecipi del “dramma” che avviene sul palco. È il caso di “Tutto da sola” andato in scena al Teatro Garbatella di Roma martedì 17 dicembre.
Giulia Nervi apre il sipario vestita da Biancaneve intonando “Il mio amore un dì verrà”, colonna sonora Disney di Biancaneve e i sette nani, al cui finale “ma son certa che ritorni insieme a me e il sogno sarà realtà” aggiunge “col ca**o, perché Walter m’ha lasciata, e se Walter m’ha lasciata vuol dire che non c’è speranza per nessuno e che l’amore non esiste”. Grazia Cotugno, donna appena uscita devastata dalla storia d’amore con Walter, rompe immediatamente la quarta parete – che piace tanto ai teatranti accademici – instaurando un piacevole rapporto confidenziale, nonché di sfida, con noi del pubblico. Il prologo disperato si trasforma nel salotto dell’improbabile trasmissione televisiva “Appuntamento con l’amore” condotto dalla stessa Grazia, in cui ci si interroga insieme al pubblico sul vero significato dell’amore e si leggono le varie lettere inviate dal pubblico da casa. Ma la vera domanda che torna e riecheggia continuamente durante tutto lo spettacolo è una sola: “Perché non torni Walter?”.
Tra ospiti improbabili e stacchetti musicali la bravissima attrice guadagna punti a suo favore passando dall’interpretazione di un dialetto all’altro, da un genere musicale all’altro, cantando e arrangiando anche la colonna sonora dell’intero spettacolo. A fare da contraltare alle sue illazioni ciniche verso Walter e verso coloro che credono nell’amore, c’è l’ottima spalla Simone Musitano che interviene sotto forma di valletto mascherato, a volte per frenare l’istinto omicida e suicida di Grazia, altre volte sotto forma di Iron Man, sogno erotico confessato di Grazia. Alla fine dei giochi non c’è una vera risposta al quesito che Grazia si (e ci) pone, lasciando un finale aperto, ma con il tenero ricordo della conduttrice sull’amore senza età dei suoi nonni che, nonostante tutto, è durato fino alla fine.
Giulia Nervi ci regala una prova attoriale degna di nota, un insieme di comicità, canto, ballo e goffa sensualità, su un tema che sarebbe potuto cadere nei cliché col rischio di diventare banale, ma al contrario tutto ha ritmo e proprio quando sembra che si stia arrivando a un momento di serietà e di commozione che potrebbe annoiare, spunta fuori la frase cinica e ironica che riprende il pubblico all’amo. Giulia Nervi ci dona risate e seri spunti di riflessione, un’attrice a (più di) trecentosessanta gradi che sa prendersi sì sul serio, ma sa al contempo smontare l’idea preconcetta che spesso si ha quando si pensa a un’attrice di teatro.
“Tutto da sola”, di e con Giulia Nervi per la regia di Massimiliano Vado al Teatro Garbatella di Roma.
V. M.