Al TAU il Macbeth di Shakespeare parla sardo

Il 20 e il 21 febbraio è andato in scena al Teatro Auditorium Unical di Rende MACBETTU, scritto e diretto dal regista Alessandro Serra, tratto da Macbeth di Williams Shakespeare. Vincitore del Premio UBU 2017 come miglior spettacolo italiano.
Il Macbeth di Shakespeare – recitato in sardo in una mirabile scena curata dallo stesso regista e, come nella più autentica tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini – è una tragedia dark tra stregoneria, destino e sete di potere, in cui la trama si intreccia in una spirale di ambizione, inganni e assassini. Tutto ha inizio con la profezia da parte delle tre streghe che annunciano al protagonista che è destinato a diventare re. Da quel momento Macbettu – sopraffatto dalla sete di potere – con accanto l’ambiziosa Lady Macbeth, inizierà un cammino di sangue e di morte. Dopo l’assassinio di Re Duncan, Macbettu è sopraffatto da sensi di colpa che gli impediscono di dormire, ma non riesce più a fermarsi: così come accade nella realtà – quando si è in balia di stati d’animo forti e contrastanti e diventa quasi impossibile valutare oggettivamente una situazione – Macbettu crede ciò che vuole credere e vede ciò che vuole vedere. Fino a convincersi di essere invincibile proprio per aver mal interpretato una delle profezie delle streghe.
E sicuramente un plauso particolare va proprio a loro, alle tre streghe, che hanno catturato il pubblico somministrando attimi di ironia, allentando così la tensione, propria di questa tragedia. Il lavoro portato in scena da Alessandro Serra è stato fortemente ispirato dalla parte rurale della Sardegna, l’ancestrale Barbagia, a cui è molto legato. La scelta del sardo ha trasformato l’intero testo in un canto, comprensibile anche senza ricorrere alla traduzione, e questo grazie a tutti gli attori (Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu e Felice Montervino) che hanno dato prova di grande professionalità e padronanza di sé stessi. Saranno state le ambientazioni, le luci, i suoni e i costumi magnificamente curati nei minimi particolari o la vicinanza con gli elementi arcaici di quei luoghi, a dare un coinvolgimento emotivo totale e a rendere questo spettacolo indimenticabile, da vedere e rivedere ancora.
Letizia Chippari