LADY MACBETH – SCENE DA UN MATRIMONIO al Teatro Franco Parenti di Milano
Un cerchio bianco fatto di sale con due cumuli da una parte, uno più piccolo e uno più grande. “Mio marito è un barracuda” rappresenta il cumulo più piccolo ed è così che inizia lo LADY MACBETH – SCENE DA UN MATRIMONIO con la regia di Michele De Vita Conti al Teatro Franco Parenti di Milano, dove sarà in scena fino a giovedì 21 dicembre. Un’avvolgente Maria Alberta Navello è lì sola sul palcoscenico per con un’accurata e minuziosa lectio su alcuni animali, che rappresentano ciò che il mondo di Lady Macbeth – compresa se stessa – include. I barracuda sono veloci sì, lo sappiamo, ma è lo squalo bianco l’animale per eccellenza davanti al quale tutti scappano, e lo stesso vale in ambito militare, i soldati valgono, sì, ma davanti al generale tutto assume una forma diversa.
Lady Macbeth si identifica, invece, in una mixinide, uno dei pochi animali senza cervello, simile all’anguilla, che si attacca a ventosa alle sue prede divorandole dall’interno: una donna dalla certezza incrollabile, che non perdona sbagli, titubanze, dubbi che, davanti alle debolezze si vendica umiliando e aggredendo. Si è agganciata a Macbeth con la sua ambizione smisurata e la sola volontà di contagiarlo. Ma come sappiamo tutti, non ha funzionato. Il matrimonio perfetto degenera così come il sangue indelebile sulle sue mani che la accompagnerà fino alla sua fine.
Un monologo – nato da un progetto di Michele De Vita Conti e Gian Manuel Rau – schietto e originale, a sezioni scandite da musica che varia dalla bossa al rock, che parla dei rapporti umani e di come niente possa essere perfetto, nel bene e nel male. Tutto si evolve, si crea e si distrugge.
Roberta Usardi