Valentina Gullace: un’artista a tutto tondo – L’intervista

Il 6 marzo 2020 è uscito “Winter”, il nuovo singolo di Valentina Gullace tratto dall’album “La mia stanza segreta” (Filibusta Records); Valentina è un’artista a tutto tondo: cantautrice, attrice, ballerina, che ha iniziato la sua carriera nel mondo del musical. Lo scorso settembre ha pubblicato un album interamente scritto da lei, canzoni jazz con influenze r’n’b, che mettono in risalto le indiscusse capacità vocali e che vantano anche ospiti d’eccezione come Fabrizio Bosso (tromba in “Respirare”, “Winter”, “La responsabilità di te”), Daniele Cordisco (chitarra in “Respirare”) e un duetto con Marco Stabile (“Resta qui”). Abbiamo fatto a Valentina qualche domanda sul suo disco e sulla sua fruttuosa carriera.
Lo scorso settembre hai realizzato un disco jazz, ma hai iniziato la tua carriera interpretando Maria Maddalena nel Jesus Christ Superstar nel 2006; come ti sei avvicinata al musical?
Il musical per me è stata una scoperta molto più recente rispetto all’amore per la musica e per la danza classica! Ho iniziato a studiare pianoforte e danza all’età di 8 anni ma già cantavo e ballavo. Per molto tempo ho messo al primo posto la danza classica nascondendo al mondo la mia voce, perché mi imbarazzava troppo cantare in pubblico e soprattutto non avevo alcuna intenzione di far ascoltare a tutti la mia musica. La danza mi faceva sentire meno insicura e così avevo deciso di diventare una ballerina professionista. Mi sono trasferita a Roma a 18 anni per studiare all’Accademia Nazionale di Danza e durante i primi anni romani ho capito che la mia vera passione era il canto e che mi stavo limitando solo per paura. Poco tempo dopo questa presa di coscienza ho deciso di dedicarmi al teatro musicale, che mi sembrava la naturale evoluzione del mio percorso come danzatrice e cantante e che mi ha permesso di scoprire anche una grande passione per la recitazione. Ho frequentato una accademia professionale per prepararmi a questo bellissimo genere teatrale e a pochi mesi dal diploma ho debuttato con “Jesus Christ Superstar”. Sono passati quasi 14 anni da quel debutto, ho girato tutta Italia calcando i palchi di teatri bellissimi e spero di poterlo fare ancora per molto tempo.
Come è nato “La mia stanza segreta” in termini di tempistica, genere, ispirazione?
Ho iniziato a scrivere le mie canzoni intorno ai 17 anni e l’ho sempre fatto solo per me stessa, quasi come fossero pagine di un diario segreto in musica. Il mio proposito non era inizialmente quello di pubblicare un disco e la mia paura di non essere abbastanza mi ha bloccata per tanto tempo. Ho capito che era arrivato il momento di fare un disco solo 3 anni fa, dopo un decennio di esperienze teatrali e musicali di vario genere. Il primo problema che mi sono posta è stato il dover scegliere dei brani che mi rappresentassero per la donna e l’artista che sono oggi. Chiaramente ho scritto tante cose diverse negli anni e lavorare ad una coerenza stilistica è stato molto stimolante quanto necessario. Da sempre amo il linguaggio jazzistico e sono cresciuta ascoltando il Soul e l’R’n’b. Amo le contaminazioni fra gli stili e mi piace la versatilità. Ho scelto con cura i musicisti che hanno suonato i miei brani e ci tenevo che fossero dei jazzisti “contaminati”. Ho iniziato a lavorare agli arrangiamenti due anni fa con il pianista Seby Burgio e successivamente abbiamo coinvolto il contrabbassista Daniele Sorrentino e il batterista Dario Panza. Nel disco ho avuto l’onore di ospitare un grandissimo musicista come Fabrizio Bosso, con il quale ho anche condiviso il palco della Casa del Jazz per la presentazione del disco, nel dicembre scorso. Prima di pubblicare il disco ho voluto fare qualche concerto per rodare i brani e nel dicembre 2018 siamo finalmente entrati in studio di incisione. Il progetto è totalmente gestito e prodotto da me. È stato anche decisivo l’aiuto che ho avuto dalle persone che hanno partecipato alla mia campagna di crowfunding Musicraiser e che in soli 9 giorni mi hanno permesso di raggiungere l’obiettivo economico che mi ero prefissata.
“Winter” è il terzo singolo estratto, un brano in inglese, uno dei tre presenti nell’album. L’inverno del titolo mi sembra un inverno del cuore, i versi sono struggenti, vogliono riprendere una storia finita “Come back, ‘cause I’m feeling incomplete”. Cosa ti ha spinto a scrivere in inglese?
“Winter” ha avuto una genesi un po’ tormentata. Avevo iniziato a scrivere una lettera in italiano 8 anni fa, era proprio inverno e avevo bisogno di dire delle cose ad una persona molto importante per me. Mi sono bloccata alle prime due strofe e ho messo via il brano. Ho ripreso a lavorarci molto tempo dopo e ho sentito il bisogno di riscrivere tutto il testo in inglese perché le prime canzoni che ho scritto erano appunto in inglese… desideravo riconnettermi con una me più immatura, con quella Valentina che si esprimeva in una lingua non sua perché amava le cantanti americane e perché in qualche modo voleva “nascondersi” dentro un idioma diverso. Il brano conserva quella disperazione per la perdita di una persona importante, racconta la difficoltà di elaborare la fine necessaria di una relazione, forse la prima vera e importante. L’inverno del titolo fa appunto riferimento a quella sensazione di freddo che si prova quando si perde qualcuno che si ama profondamente.
Sei al lavoro con altri brani inediti?
Durante questa quarantena sto continuando a comporre musica e sto studiando anche diversi brani di altri artisti. Mi piace riarrangiare nel mio stile composizioni non mie e questo lavoro è parte integrante del mio percorso e della mia evoluzione come musicista.
I tuoi futuri progetti volgono al musical o ti concentrerai sul tuo progetto solista?
Sono un’artista, ovvero mi esprimo attraverso diverse arti e vivo solo di questo. Non ho mai vissuto il mio lavoro etichettandolo in compartimenti stagni. Adoro il teatro, adoro comporre e fare i concerti, ma amo molto anche l’insegnamento. Il mio proposito è quello di continuare a dedicarmi alle mie arti cercando di migliorarmi e di evolvermi sempre. Nel futuro vorrei portare la mia musica in giro per tutta Italia e magari anche all’estero, sperando che i teatri riaprano presto
Roberta Usardi
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