“Enrico Piaggio. L’uomo della Vespa” a cura di di Basilio Perri
“…il volitivo imprenditore voleva un veicolo a due ruote pratico e a basso costo che, in un’Italia in ginocchio per le disastrose vicende belliche, rispondesse alle limitate disponibilità economiche della gente comune. Doveva essere moderno, agile e glamour: benché vi fosse ancora una terribile guerra in corso, Enrico continuava ad aver fiducia che sarebbe arrivata un’epoca di pace…”
In Italia e nel mondo dire Piaggio è dire Vespa e si fatica a comprendere la poca attenzione riservata alla figura di questo brillante imprenditore italiano. Questo fino al novembre dello scorso anno quando, in concomitanza tra loro ma senza alcun legame diretto tra le cose, Rai1 ha messo in onda una fiction a lui dedicata (Un sogno italiano, ad impersonarlo l’attore Alessio Boni), e ha visto la luce questo agile volume “Enrico Piaggio. L’uomo della Vespa” (2019, pp. 188, euro 18) che può essere considerato la prima biografia di Enrico Piaggio data alle stampe, curata da Basilio Perri per i tipi di Graphofeel Edizioni. L’opera si divide in cinque parti: la prima sezione, funzionale alle successive, inquadra il contesto socio politico italiano nel quale si sono sviluppate le attività dell’azienda di famiglia. Segue la descrizione dei primi passi imprenditoriali di quella che diventerà la dinastia dei Piaggio, fino al momento in cui “Entra in scena Enrico Piaggio”. È questo il titolo del capitolo in cui si parla della vita di uno dei più importanti imprenditori italiani, sia come uomo con quelli che sono stati i suoi affetti e i suoi legami familiari, sia come di capitano d’industria, grazie a quel progetto rivoluzionario diventato il suo più grande successo, la Vespa, che è la vera protagonista della seconda metà di questo volume, con la figura di Enrico Piaggio che quasi scompare dalla narrazione.
Se le pagine in cui sono descritte la nascita, l’evoluzione e l’affermazione della Vespa hanno ragione d’esistere in quanto fu Enrico Piaggio con le sue intuizioni ad aver svolto un ruolo determinante nel suo successo, lasciano invece perplessi le numerose pagine dedicate ai diversi modelli di questo scooter, elencati così come si sono succeduti negli anni, dove la descrizione tecnica è a volte accompagnata da note di costume. Una mole di informazioni che potrebbe frastornare un lettore che non sia un appassionato del celebre scooter assurto a simbolo del Made in Italy. Il lettore vespista sfegatato ne potrebbe invece restare in qualche maniera deluso, perché il Vespista (V maiuscola!) è per sua natura una sorta di talebano, che fatica ad accettare alcune imprecisioni tecniche riportate. Di questo non si può farne comunque colpa alcuna al curatore del volume, che correttamente si è documentato presso quella che per logica è ritenuta la fonte più autorevole in materia, il Museo Piaggio che, a detta degli esperti, è fonte prima delle inesattezze storiche legate alla complessa e articolata vita evolutiva della Vespa. A conclusione del volume troviamo un elenco dei Vespa Club italiani suddivisi per regione. Nonostante la narrazione biografica della vita di Enrico Piaggio sia condensata nell’unico capitolo a lui dedicato, il volume riesce nell’intento di farne un ritratto meno vago e patinato di quanto sia riuscito alla fiction televisiva.
“…emerge la figura di un giovane uomo energico, perfezionista ma poco incline alla pazienza, teso al successo della sua impresa, con acute intuizioni riguardo alla presenza della Piaggio sui mercati interni ed esteri…”.
Lorenzo Franchini
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