Pattoni e l’album d’esordio “Oceano, ora”
Lo scorso 10 marzo è uscito per Vina Records “Oceano, ora”, l’album d’esordio di Pattoni, cantautore che di nome fa Mattia. Nell’autunno 2019 erano stati già pubblicati tre singoli, entrati poi nell’album: “Oceano”, “Ho bisogno di parlare con qualcuno” e “Astronave”.
“Oceano, ora” contiene nove brani, tutti scritti dall’artista, che, oltre a cantare, suona anche la chitarra; con lui hanno registrato Andrea Bertoli (piano elettrico, basso, farfisa) e Filippo Rieder (elettronica, arie ed altre magie).
Ora veniamo al disco, acustico e con testi immediati più due brani strumentali.
“Oceano” è una ballata con pianoforte, chitarra e voce, dall’atmosfera intima e portatrice di un profondo messaggio d’amore: “è tanto facile il cambiamento in peggio, com’è difficile migliorarsi sempre un po’” e con rimandi al romanzo di Herman Melville “Moby Dick”.
“Ho bisogno di parlare con qualcuno” ha un testo disarmante e ironico, che punta alla ricerca di benessere e consapevolezza, nonostante i propri sbagli “e pensare che domani starò meglio, che la notte mi porterà consiglio oppure solo i numeri del lotto, quelli buoni che se gioco faccio il botto”.
“Voglio vederti stare bene” è un’altra ballata spassionata a cuore aperto “se le cose non cambiano, le faccio a modo mio, voglio vederti stare bene e ridere di gusto”.
“Strumentale Uno” è il primo brano senza cantato, un flusso di coscienza lento e melodioso in cui la protagonista è la chitarra elettrica.
“Cinzia” parla di un incontro in cui qualcosa non funziona, si crea imbarazzo da una parte mentre dall’altra sembrano esserci barriere “ma mi sembra che tu continui a non parlare di te, che cos’hai da nascondere”.
“Così vicini, così liberi” è un testo che riflette sul presente (“ma quanto siamo ancora legati alle cose materiali e terrene?”), sulla società e gli affetti, sfoderando idee su un ipotetico futuro felice, in cui si è “così vicini, così liberi”.
“Strumentale Due” (feat. Vrcvs) è uno strumentale più sperimentale rispetto al primo, che esula dal resto del disco in generale e che crea un ottimo stacco.
“Tu che sei uguale a me” è una canzone d’amore struggente che parla della giornata più calda dell’anno e di un tuffo nel passato pieno di emozioni: “quando ti penso piango fortissimo, tu che sei uguale a me ed hai i miei stessi ricordi”.
“Astronave” è un semplice brano chitarra e voce, di grande impatto; l’astronave è il destinatario della canzone, il mezzo utile per poter tornare finalmente a casa: “cosa c’è di strano nel perdersi, qui nessuno sa guidare”.
Un disco d’esordio essenziale, che promette bene.
Roberta Usardi
https://www.instagram.com/pattoni_/?igshid=67tp7rpvc71p
https://www.facebook.com/Pattoni-102825394469367