Maguey Plant: il nuovo singolo “My World” e il progetto #artistiXilGiambellino – L’Intervista
Il 29 aprile è uscito il nuovo singolo e video dei Maguey Plant, dal titolo “My World”, composto proprio durante il lockdown; per il video la band ha radunato i loro amici cantanti, quasi 40, per un coro virtuale, un progetto bellissimo e anche a scopo benefico, volto anche a sostegno del Laboratorio di quartiere Giambellino – Lorenteggio. Abbiamo fatto qualche domanda alla band per saperne di più.
Parlando di “My World”, come è emersa l’idea di coinvolgere, per il video, tanti artisti e di dirigerla a sostenere il Laboratorio di quartiere Giambellino – Lorenteggio?
Scrivendo il testo del ritornello, con la canzone ancora in fase embrionale e senza ancora l’idea di pubblicarla se non in futuro, il primo commento che abbiamo fatto quasi rubandoci a vicenda le parole di bocca, come spesso ci accade, è stato: “io sento già un coro di persone che sorridenti lo cantano”. Durante la sua costruzione è nata in noi la volontà di condividere con gli altri questa energia positiva e di tramutare in realtà quel coro che tutti sentivamo. Ci è venuto automatico iniziare a pensare di poter coinvolgere i nostri amici cantanti per creare un coro virtuale per abbattere, grazie alla tecnologia, le distanze.
Quasi in contemporanea è arrivata l’idea di fare del bene: attraverso la musica dare un contributo concreto alla comunità, oltre a quello spirituale che la musica e l’Arte in tutte le sue forme danno in quanto alimentano le nostre anime. L’Arte è anche concretezza, anche se a volte è difficile da afferrare e spesso dandola per scontato ce se ne dimentica. Abbiamo convogliato le nostre forze come gruppo per creare un circolo “virtuoso” di energia buona per contrastare il momento particolare che stiamo vivendo e che non per tutti è facile da affrontare. Tra tutte le realtà e le raccolte fondi che sono state create in questo momento quella del Laboratorio di Quartiere Giambellino-Lorenteggio ci ha subito colpito, innanzitutto perché Silvia conosce personalmente le persone che lavorano in questa realtà e come operano nel quartiere, poi perché l’aiuto economico viene gestito con pochissimi intermediari e viene utilizzato in maniera immediata, attenta e controllata, ma soprattutto trasparente: sul sito:
http://www.laboratoriodiquartieregiambellinolorenteggio.orghttp://www.laboratoriodiquartieregiambellinolorenteggio.org
Si trovano tutte le informazioni chiare e precise.
Per dare risalto alla canzone a riuscire a creare qualcosa che potesse essere visto e condiviso per dare risonanza alla raccolta per il “Fondo del Quartiere Giambellino-Lorenteggio” (attraverso #artistixilGiambellino) ci piaceva l’idea di creare un video in cui comparissero tutti i cantanti partecipanti i quali si sono ripresi semplicemente con il telefono. Tutti i video raccolti sono stato montati da Chiara Magrini che ha fatto un lavoro straordinario in cui traspare tutto il cuore di questo progetto che è “My World” e che potete vedere su tutti i nostri canali social (Facebook, IGTV e YouTube).
Qual è stato il processo creativo di “My World”?
“My World” è stata creata interamente attraverso l’utilizzo dell’home recording e attraverso innumerevoli chiamate, videochiamate e messaggi tra noi quattro. Se vogliamo, un’organizzazione a “catena di montaggio” per dare vita ad una canzone nata praticamente piano e voce. Un metodo assolutamente diverso da quello utilizzato per il nostro primo disco,“‘round 3”, in cui la composizione e l’arrangiamento sono stati creati live in sala prove.
Differente anche il sound: per “My World” abbiamo esplorato sonorità più elettroniche e utilizzato percussioni elettroniche sviluppate ritmicamente da Alberto Biosa (batteria) (per “‘round 3” il nostro obiettivo era creare un disco in cui ogni suono fosse creato da uno strumento suonato e non da sample), violini e diverse sonorità arrangiate da Andrea Dominoni (basso), abbiamo sperimentato con un arrangiamento di cori molto più predominante rispetto a quanto fatto in “‘round 3” arrangiati da Silvia Reale (voce e tastiere) che hanno dato risalto alla chitarra acustica di Dave Dicecca. I suoni, le voci dei quasi 40 cantanti coinvolti sono stati mixati e masterizzati da Michele “Gas” Castagna il cui aiuto prezioso è stato fondamentale.
Il testo, scritto da Silvia Reale e Andrea Dominoni, è un’esaltazione della forza data dall’amore che eleva lo spirito e permette il raggiungimento, la manifestazione della propria “ghianda” come la definisce Hillman, ovvero della propria ragione di vita, il fuoco che brucia dentro ognuno di noi, il “Duende” come lo chiama Garcìa Lorca. Nel ritornello si dice “we were born alone, but don’t forget it: there’s a reason to love” (siamo nati da soli, ma non dimenticartelo: c’è un motivo, uno scopo per amare) come a sottolineare che c’è sempre una spiegazione a tutto, che il nostro fuoco, la nostra “ghianda” si manifesta attraverso l’amore verso noi stessi che si irradia agli altri. La canzone, che è una ballad dalle sonorità principalmente acustiche, si chiude con una sorta di Mantra, un monito: “no matter what you dream, you were born and rasied free” (non importa quale sia il tuo sogno, sei nato e cresciuto libero) perché a prescindere da quale sia la tua natura, il tuo scopo sulla Terra, siamo tutti nati e cresciuti liberi dentro per permettere alla nostra natura di essere, esprimersi, bisogna solo trovare il modo per metterci in contatto con essa perché a volte è sovrastata da pregiudizi, sovrastrutture, scarsa fiducia, ma alla base ogni essere umano da bambino era liberamente in contatto con la propria interiorità e la seguiva senza chiedersi il perché e senza trovare degli scopi o delle motivazioni. Questo testo è nato in questo periodo, proprio perché si ha la fortuna di potersi scoprire, sconvolgere e guardare dentro veramente e setacciare ciò che abbiamo dentro, chiedendosi davvero che cosa davvero sia la realizzazione di noi stessi e cosa possiamo lasciare andare.
I versi dicono “We were born alone / But don’t forget it / There’s a reason to love” un messaggio positivo in un periodo storicamente difficile. Come state lo state vivendo?
È un periodo per noi di introspezione e lavoro dietro le quinte: di studio e crescita personale, di scrittura e composizione di musica nuova. Non è sempre facile, ma l’obiettivo è rimanere sempre focalizzati e in equilibrio per seminare nuovi semi che germoglieranno. Ci teniamo a sottolineare che è un lavoro dietro le quinte, che non si vede e che in questo momento è un po’ dimenticato dalle Istituzioni, ma che tutto il mondo dell’Arte sta compiendo e che è prezioso nella misura in cui, ha contribuito in buona parte a rendere questo periodo di fermo più facile per noi costretti in casa. In questo momento si può fruirne in maniera gratuita, ma che non potrà totalmente esserlo in futuro.
La musica unisce e non si ferma, l’avete ampiamente dimostrato e insieme a voi anche molti altri artisti, nonostante la categoria sia stata abbandonata a se stessa da parte del governo. Voi avete pensato a quali potrebbero essere eventuali soluzioni per l’ambito artistico / musicale?
Ci sarà da reinventarsi e adattarsi ad un nuovo modo di fare arte, soprattutto per quelle forme dove il contatto e la vicinanza creano assembramenti. La creatività di sicuro è dalla nostra parte e di sicuro troveremo il modo per arrivare al pubblico e riprendere a lavorare “davanti alle quinte”. Bisognerà “rieducare il pubblico” alla fruizione dell’arte via internet a pagamento: l’acquisto di dischi, di biglietti per spettacoli teatrali virtuali, concerti…
“My world” anticiperà un album?
Per ora rimane a sé stante, non escludiamo una versione riarrangiata nel nostro prossimo disco, si vedrà…
Potete raccontare brevemente la vostra storia (incontro, genere musicale, se avete altri inediti, ecc) e quali sono i vostri prossimi progetti?
Maguey Plant nasce nel 2018 dopo un concerto con l’allora trio acustico formato da Andrea Dominoni (basso), Dave Dicecca (chitarra) e me; suonavamo cover, ma iniziavano a “starci strette”, sentivamo il bisogno di iniziare ad esprimerci pienamente e quindi davanti a tre bicchieri di vino, seduti ad un tavolino, ci siamo guardati negli occhi e con dei sorrisi enormi ci siamo detti quasi all’unisono: “raga, iniziamo a scrivere nostra musica?”. A noi, si è unito Alberto Biosa (batteria), si è iniziata la ricerca di un tastierista, che non riuscivamo a trovare e quindi, spinta e sostenuta da tutto il gruppo, ho iniziato a suonare le tastiere e così sono diventata la Voce e la tastierista completando la squadra e il sound ed abbiamo iniziato a scrivere canzoni e suonare in molti locali di Milano e dintorni. Il nostro genere prende ispirazione dal Soul, dall R’n’B, dal Funk; ma non ci piacciono le etichette, diciamo che quando scriviamo e componiamo non ci diamo limiti e seguiamo la corrente creativa. Di sicuro abbiamo delle figure di riferimento che ci ispirano quando suoniamo e creiamo: Erykah Badu, Anderson Paak, Robert Glasper, Jamiroquai, Stevie Wonder, Tom Misch, Marvin Gaye, per citarne alcuni.
Il nostro primo disco, “‘round 3”, è uscito nel 2019 ad ottobre ed è disponibile in tutte le piattaforme digitali e su YouTube trovate il video ufficiale di Round 3 e le live session di alcuni brani contenuti nel disco. Progetti per il futuro, stiamo lavorando a nuove canzoni e probabilmente uscirà qualcosa più avanti, tocca seguirci!
Roberta Usardi
Facebook
http://bit.ly/magueyfb
Instagram
http://bit.ly/magueyig
YouTube:
https://www.youtube.com/channel/UCoKnV_iHy1rp8RURjphx2vg?view_as=subscriber