“Jena Ridens” della compagnia Teatro Armathan per la rassegna Teatro nei Cortili di Verona
La iena ridens è un animale che, anche in caso di paura o ansia, emette un verso simile a una risata. Nell’immaginario collettivo sono mammiferi ritenuti, ingiustamente, astuti e crudeli, voraci cacciatori notturni che inseguono le prede fino allo sfinimento. Questo il titolo dell’eccellente commedia brillante scritta, per la compagnia Teatro Armathan, da Alessandro Betti e Paola Galassi, con la regia di Marco Cantieri, inserita nella rassegna veronese Teatro nei Cortili,in scena dal 30 luglio all’8 agosto, presso il Chiostro di S. Maria in Organo.
Lo spettacolo presenta un’interessante scenografia, di Debora Pozza, per rappresentare il caveau di una banca e l’idea di essere in un sottosuolo chiuso è resa molto bene, così come l’entrata circolare, che diviene porta e passaggio dalla realtà alla finzione. Il regista Cantieri è anche uno dei talentuosi protagonisti, il Direttore della banca, entrato di nascosto nel caveau per scovare sul fatto la guardia giurata, Benito Spina (Massimo Recchia), poco incline alle responsabilità lavorative. Nel frattempo, Ladra numero 1 e ladro numero 2, interpretati da Adriana Giacomino (alternativamente a Franca Guerra) e Jonathan Finocchi, si introducono per mettere a segno una rapina, ben presto disturbati dall’entrata in scena dall’esilarante Spina, che ha trovato in questo angolo di banca uno spazio vitale per mangiare e bere, telefonare e guardare la tv satellitare. In pochi attimi il livello della commedia è notevole e non c’è mai lo spazio per distrazioni o noia, il pubblico viene guidato dagli attori che sono autentiche montagne russe del divertimento, dell’invenzione, della mimica e di un’ottima recitazione. Dall’inizio alla fine viene mantenuto uno standard altissimo, quando termina lo stupore e la risata per una serie di gag subito ne inizia una altrettanto riuscita. I due ladri hanno solo 10 minuti per perpetuare il furto, ma il loro orologio ha le pile scariche e questo permette di inoltrarsi immediatamente in un non tempo, una scena fissa per tempo e luogo, sotterranea, senza vie di fuga. La guardia giurata Spina, emblema del lavoratore annoiato e furbo ma buono, è maschera della commedia dell’arte, è un buffone travestito che desidera solo la quiete e il suo panino, fino a che il Direttore fa la sua entrata e incurante della rapina in essere, vuole solo licenziare il dipendente trasgressore. Da qui il ritmo delle battute e dei dialoghi è veramente spassoso, intelligente, ricco di citazioni e intermezzi musicali. I quattro interpreti, uno più bravo dell’altro, rimangono chiusi per errore all’interno della grande cassaforte e mentre l’ossigeno diminuirà sempre più, avranno un intero weekend da trascorrere tra la vita e la possibile morte.
E poi uno dei tanti colpi di scena: le videocamere li stanno riprendendo e si scoprono in diretta tv in tutto il Paese. Fioccano sponsor e denaro, i telespettatori fanno zapping per vedere ladri, direttore e guardia giurata che stanno forse per morire. L’occhio del grande fratello li scruta e i rapporti cambiano, tutto diviene a favore dell’occhio cinico e bulimico dell’obiettivo che li riprende senza sosta nè contegno. C’è la probabile scelta di provare ad essere se stessi, ma quale se stesso? Quesiti di memoria pirandelliana tolgono maschere alle iene che ora, improvvisamente, vedono guadagni all’orizzonte, promesse di fama e ricchezza in cambio, forse, della propria vita. Ognuno ha un proprio obiettivo, fosse solo quello di non farsi licenziare o denunciare. C’è tempo persino per ballare un Sirtaki e il pubblico, che fremeva, esplode in un applauso a scena aperta. Bisogna inventarsi ancora qualcosa e l’Amleto di Shakespeare, (tra l’altro Il sogno di Amleto, con protagonista il bravissimo Jonathan Finocchi,è stato un altro ottimo lavoro della Compagnia Teatro Armathan), diviene un teatro nel teatro, una farsa semi seria che fa sbellicare il pubblico dalle risate. Forse l’unica nota che si può porre è che l’intera scena è fin troppo caleidoscopica per idee e contenuti, ma qualcosa bisogna pur inventarsi segregati in un caveau!
“Jena Ridens” del Teatro Armathan è uno spettacolo assolutamente da vedere, ha un impianto comico e brillante che poggia su riflessioni sociali attuali, con un cast artistico praticamente perfetto.
Silvia Paganini