Freud o l’interpretazione dei sogni al Piccolo Strehler
Finalmente ha debuttato – al Piccolo di Milano fino all’11 marzo – lo spettacolo tanto atteso tratto dal testo di Stefano Massini che riguarda una delle figure più misteriose e interessanti a cavallo tra fine 800 e inizio 900, il dottor Sigmund Freud – autore del famigerato testo “L’interpretazione dei sogni” – che viene ora portato in scena dal protagonista a confronto con i suoi pazienti e con i loro sogni, ma anche, soprattutto, con se stesso. È lui che inizia lo spettacolo, raccontando il suo sogno, innocentemente, con passione e trasporto e forse un po’ di ingenuità, alla ricerca del significato che ancora non scorge.
Freud è prima di tutto il terapista, colui che indaga, affonda le sue intuizioni sui sogni degli altri con grande sicurezza, fino a portarle in forma concreta in superficie. Il dottore, negli anni, è alle prese con isterie, paranoie, psicosi varie che hanno un loro sfogo nel mondo onirico dei pazienti.
Freud è colui che tenta di scorgere indizi che lo portino alla realtà della vita dei pazienti, perché i sogni rappresentano in modo trasfigurato qualcosa che è successo e che esiste e la cui consapevolezza è stata nascosta.
Freud è un enigmista circondato da rebus e uno dopo l’altro, con diversi approcci, sembra arrivare sempre alla soluzione. A volte, forse, anche a scoperte sconvolgenti, casuali, spiazzanti, che lo rendono però più umano, meno terapeuta e più uomo, perché come i suoi stessi pazienti, ha punti deboli e inciampa.
Freud è colui che lavora sui sogni degli altri mentre nel contempo lavora al suo, cercando nuove chiavi.
Lo spettacolo è permeato da un’atmosfera onirica, dove a tratti si accavalla il sogno alla realtà, il reale e l’irreale, come se non ci fosse differenza o semplicemente, come se il sogno potesse convivere con la realtà.
Il testo, riadattato da Federico Tiezzi e Fabrizio Sinisi – tanto complesso quanto affascinante – viene messo in scena in modo profondo e incisivo dalla regia dello stesso Tiezzi, estremamente elegante e raffinata; con musiche toccanti e una grande intensità interpretativa degli attori, guidata da uno straordinario Fabrizio Gifuni e da un cast di altissimo livello. Di grande impatto le scene di Marco Rossi e bellissimi i costumi di Gianluca Sbicca.
Sigmund Freud è il centro intorno al quale i pazienti ruotano, ma nel suo essere centro ruota su se stesso, non sfugge ai suoi sogni, alle sue debolezze, alle sue paure, alla sua umanità.
Roberta Usardi
Foto di Masiar Pasquali