“Chomsky & Mujica con di Saúl Alvídrez. Sopravvivere al XXI secolo”
Probabilmente il progetto di Saúl Alvídrez prende vita per colmare un vuoto, quel vuoto di cui lui stesso ci parla e che “deriva dalla perdita del significato della vita”, dal non avere un obiettivo o uno scopo da raggiungere, dall’essere fagocitati da quel “successo capitalista” che poco ha realmente a che vedere con la vera felicità. Un progetto che nasce da dentro, dalla ricerca di quell’obiettivo che va a colmare quel vuoto che, come sostiene Alvidrez, è causa delle “più grande pandemia del ventunesimo secolo”: la depressione.
Prima di parlare di questo volume è necessario introdurre Saúl Alvídrez, classe 1988, attivista e documentarista messicano, rimasto orfano troppo presto, sia dai suoi genitori sia dai suoi compagni politici. Dopo la morte di entrambi i genitori, inizia il suo percorso di attivista politico, con la fondazione del maggior movimento studentesco messicano del ventunesimo secolo, Yo Soy 132, trovandosi coinvolto in uno scandalo mediatico che lo portò a subire minacce di morte e a prendere la decisione di lasciare il Paese. Dal suo peregrinare nascono due principali obiettivi, quello di promuovere un progetto tecnologico e quello di costruire il primo sistema di comunicazione articolatoria, un progetto che si ispira a Julian Assange. Nessuno dei due andrà a buon fine, ma questo vagare lo porterà alla scoperta, nel 2014, in Bolivia, della Profezia dell’Aquila e del Condor che gli aprirà gli occhi verso una nuova missione: “diffondere tra i millennials e i centennials di tutto il mondo l’idea che noi siamo la nuova umanità del Quetzal” e che esiste la possibilità di scegliere se subire il crollo della civiltà oppure costruire una nuova umanità. La profezia gli porta alla mente due personaggi a cui si sente molto legato: l’intellettuale statunitense Noam Chomsky e il politico uruguaiano José Pepe Mujica, “poiché l’aquila è un simbolo del Nordamerica, mentre il Condor lo è del Sudamerica”. Far incontrare queste due grandi personalità diventerà, da quel momento, l’obiettivo di Saúl Alvídrez.
I rischi legati ai cambiamenti climatici, alla guerra nucleare, alla rivoluzione tecnologica, alla società consumistica, e quindi al continuo progresso, saranno le cause del crollo della nostra civiltà (e parliamo anche e soprattutto della nostra Europa), l’unica soluzione possibile per salvarsi è quella narrata dalla profezia, la civiltà del Qetzal, e dalle idee unite di questi due “libertari di sinistra”. Quindi, ecco che dall’incontro di questi due colossi nasce prima l’idea, ancora in progress, di un documentario e poi questo libro, “Chomsky & Mujica con di Saúl Alvídrez. Sopravvivere al XXI secolo” (Ponte alle grazie, 2024, pp. 224, euro 18): un dialogo di bellezza sull’umanità, l’amore, la Storia, la politica. Un dialogo di bellezza non a due ma a tre, perché Saúl Alvídrez è fondamentale, senza di lui tutte queste parole non sarebbero state né dette e né scritte.
Marianna Zito