CAPAREZZA CHIUDE LA RASSEGNA “I LOVE SPOLETO”
Prisoner 709 Tour di Caparezza ha fatto tappa ieri 31 Agosto a Spoleto, e ha chiuso la rassegna di I Love Spoleto. Chi ha conosciuto Caparezza con il suo Verità Supposte del 2003 e in particolare con i brani Vengo dalla luna e Fuori dal tunnel, lo ritrova ora sul palco più intimista e riflessivo. Ha abbandonato la sua tipica vocina da cartoon per adottare un timbro più naturale e fa uso di sonorità più simili al rock che al rap. Il concerto è una sorta di spettacolo strabiliante dove la testa ricciuta dell’artista sbuca da una lavatrice alata, cavalca una scopa gigante, si infila in una chiave, naviga una barchetta, accompagnato da uno scatenato corpo di ballo. La sua musica colta è ricca di citazioni e riferimenti legati al mondo della psicoanalisi e dell’arte su tutti Oliver Sacks e Van Gogh. La qualità della metrica e l’originalità dei temi, rispecchia la singolare personalità del cantautore.
Caparezza è un portento, balla, canta e interagisce con il pubblico, sottolineando sempre il leitmotiv del tour: la libertà individuale. Al momento dei saluti sembra quasi non voler abbandonare il palco e lo fa a malincuore, ringraziando noi e i membri dello staff uno a uno, come a sottolineare l’interdipendenza di ognuno di noi. Dopo l’acuirsi di un disturbo, l’acufene, un fischio persistente all’orecchio che ha rischiato di comprometterne il proseguimento della carriera, l’artista ha vissuto una crisi interiore che l’ha portato ad una profonda autoanalisi e ha utilizzato il rap come una forma di psicoanalisi, per potersi esprimere liberamente, come in un flusso di coscienza.
Il risultato è questo concept album Prisoner 709 come “un tentativo di fuga dalla prigionia dei ruoli che ci viene imposta dalla società, che può avvenire solo con l’accettazione di sé, dei propri limiti e disagi». Avevamo veramente bisogno, in questo momento, di questo reale e sano gioiellino della musica.
Michela Bruschini