Il MINOTAURO di Silvia Colasanti a Spoleto
A inaugurare la 61esima edizione del Festival dei due Mondi è l’opera intitolata Minotauro di Silvia Colasanti. Ricavata da una ballata di Friedrich Dürrenmatt, l’opera si pone come novità assoluta poiché descrive il Minotauro come vittima. Un essere mezzo uomo e mezza bestia totalmente animalesco che non percepisce consapevolmente la propria condizione.
Come la stessa Colasanti afferma “il mito di un mostro terrificante si trasforma, in quest’opera, in un dramma umano, il dramma di un essere che a che fare con sé stesso, anzi con l’infinità di sé riflessi negli specchi del labirinto.” Il carnefice è invece l’uomo, rappresentato da Teseo e Arianna che ingannano crudelmente il Minotauro promettendo una falsa amicizia per poi ucciderlo. La regia è di Giorgio Ferrara e la direzione di Jonathan Webb a impersonare il Minotauro è Gianluca Margheribaritono, Arianna è Benedetta Torre soprano, Teseo Matteo Falcier tenore. Le Vittime ateniesi sono Federico Benvenuto, Irene Ciani, Renato Civello, Serena De Siena, Eugenia Faustini, Angelo Galdi, Alessia Genua, Cecilia Guzzardi, Francesco Iaia, Paolo Marconi, Eugenio Mastrandrea, Eleonora Pace, Giulia Tomaselli, Carlo Zanotti, attori diplomati dell’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma.
Durante i 10 quadri in cui è divisa l’opera lo spettatore assiste ad un’evoluzione psicologica del personaggio: dall’uccisione inconsapevole di Arianna e delle vittime ateniesi derivante dalla sua forza brutale, alla nascente necessità di richiesta amicizia e amore. Il pubblico spera quindi in cuor suo in un di happy end, ma le speranze sono vane: il Minotauro viene accoltellato per mano di Teseo, ma poco prima di morire pronuncia queste parole “il mondo intero è un inganno, non ci sono più parole a cui credere”.
A commentare il finale il coro degli uccelli, una sorta di moderno coro greco, che cosi annuncia “conoscevate del mostro la solitudine, l’angoscia indicibile, uomini la vostra libertà la dovete alla menzogna, verrà un giorno in cui scoprirete che la crudeltà di un mostro senza cuore e piu dolce dell’ amore che si finge”. Testimoni silenziosi la luna e il sole. Lo spettatore si alza con il cuore colmo di compassione e tenerezza nei confronti del mostro e la consapevolezza della bestialità umana.
Michela Bruschini
Foto Maria Laura Antonelli