“BELLA FIGURA” AL TEATRO CARCANO DI MILANO
“Bella figura” è uno spettacolo di Yasmina Reza che è sbarcato al Teatro Carcano di Milano dal 18 al 28 ottobre. Il sipario si apre su una scena di una Smart in un parcheggio, e una coppia: Boris e Andrea. I due sono amanti da quattro anni e quella sera sarebbe stata tutta per loro, una cena in un buon ristorante. Peccato che quel ristorante sia stato consigliato a Boris dalla moglie, dettaglio che si lascia sfuggire e fa andare Andrea su tutte le furie. Quello stesso ristorante è anche la meta di Eric e Françoise per festeggiare il compleanno della madre di Eric, Yvonne. Tutto nella norma, se Françoise non fosse una cara amica della moglie di Boris… L’incontro tra i cinque diventa teso e imbarazzante, con momenti ironici, scontri, false minacce, ma nulla cambia e nulla succede ai personaggi, che pur tentando non riescono ad andare oltre quella situazione. Il pubblico assiste a una vicenda realistica, in cui il bisogno di calmanti è un denominatore comune, così come voler dimenticare i problemi, voler amare ed essere amati, non importa a quale prezzo.
Boris – interpretato da David Sebasti – sembra un uomo di successo, ma che in realtà, all’insaputa della moglie, è sull’orlo della bancarotta, Andrea – interpretata da Anna Foglietta – è una madre single che tra una sigaretta e l’altra, calmanti e tacchi alti cerca tra le braccia di Boris qualcosa che non trova. Il rapporto tra Boris e Andrea è in continua oscillazione, fino alla fine, instabile, ma nell’instabilità rimane. Dall’altro lato Eric e Françoise – rispettivamente Paolo Calabresi e Lucia Mascino, sono una coppia apparentemente stabile, anche se in realtà anche loro sono prigionieri dell’abitudine e della loro situazione. La madre di Eric, Yvonne – Simona Marchini – è invece spudorata, divertente ed è anche l’unica che con la sua spontaneità e naturalezza, nonché acume, vive al di fuori delle apparenze.
“Bella figura” parla proprio di apparenza, di quei rapporti che vanno avanti senza mai progredire, di scelte che non si fanno e di rassegnazione alla propria situazione. Un’ora e venti minuti in cui si attende qualcosa che non succede, in cui ogni personaggio rimane fermo e non evolve, un ritratto di vita fatto di facciata, senza una soluzione e senza volontà di trovarla. Attori bravissimi, ma la regia di Roberto Andò avrebbe potuto osare di più.
Roberta Usardi
Foto Noemi Ardesi