“Albero senza ombra”: César Brie porta a teatro il massacro dei campesinos del 2008 in Bolivia

C’è aria di familiarità quando si entra nella sala di Campo Teatrale a Milano per “Albero senza ombra” di César Brie, andato in scena dal 14 al 16 febbraio e dal 18 al 23 febbraio. César Brie è già sul palco, guarda il pubblico entrare, lo esorta ad avvicinarsi dal fondo per vedere meglio, o a salire ad accomodarsi ai lati della scena, perché lo spettacolo è fatto apposta per essere osservato da vicino, era stato ideato per grandi spazi all’aperto, con spettatori su tutti i lati. All’abbassarsi delle luci parte una musica, che lo stesso Brie suona utilizzando un antico strumento sardo, la launeddas, dal suono simile alla zampogna, ma più delicato e sottile.
È l’11 settembre 2008, e nella regione del Pando, in Bolivia, avviene il massacro dei Campesinos, i contadini che desiderano coltivare la propria terra non più come schiavi, ma che per questo vengono assaliti e uccisi. Come è possibile una cosa del genere? Eppure è avvenuta, e non si tratta di fiction, ma di realtà, e César Brie la mette in atto a teatro, ancora una volta. Lo spettacolo debuttò infatti nel 2010, solo due anni dopo il fatto, e dopo che Brie fece uscire due documentari a riguardo, senza timore e facendosi portavoce di una tragedia inaccettabile.
Secondo voi, il regno dei morti com’è? Dov’è l’Ade?
In scena, Brie incarna le vittime di quel massacro: uomini, donne, giovani, che raccontano le loro storie, le loro speranze, fino al momento stesso in cui hanno sentito la loro vita scivolare via per sempre. E attraverso dei semplici gesti le immagini giungono nitidissime agli occhi del pubblico, le emozioni fremono attraverso la voce di Brie, piena di una carica emotiva intensa e inarrestabile. In quella giungla nel Pando, quel giorno, si è consumato qualcosa di tremendo, delle vite si sono spente in modo atroce e nessuno ha mosso un dito.
“Albero senza ombra” è uno spettacolo che arriva dritto al cuore, che vuole far aprire gli occhi su fatti reali, anche se molto distanti da noi. Nonostante gli scroscianti applausi al termine dello spettacolo, César Brie ha fatto notare che fa strano sentire degli applausi per un fatto reale che non ha avuto la rilevanza che si meritava. E come dargli torto. Si applaude alla comunicazione diretta e sincera, ma i fatti cruenti di quel settembre del 2008 rimangono tali.
Campo Teatrale, per celebrare i cinquant’anni di carriera di César Brie, ripropone, durante questa stagione, diversi suoi spettacoli. Un regalo enorme per chi ancora non conosce questo meraviglioso artista, ma anche per chi lo conosce già, potendo cogliere l’occasione di rinfrescarsi la memoria su alcune tematiche, come questa, per non dimenticare, per riflettere sulla realtà, per seguire il proprio cammino in modo più consapevole. Un fatto accaduto dall’altra parte del mondo riguarda comunque tutta l’umanità.
Roberta Usardi
Documentari di César Brie relativi al massacro dei Campesinos (in lingua spagnola):