I 50 anni di carriera di César Brie: in scena a Milano, tra gli altri, “Re Lear è morto a Mosca” a Campo Teatrale
Quante volte siamo andati a teatro e abbiamo visto raccontare il teatro? Per quanto mi riguarda mi è capitato in più occasioni, ma ogni volta è stato diverso e ho realizzato sempre di più quanto quest’arte sia magica e a volte al contempo “maledetta”. Perché la figura e la vita dell’artista implicano una devozione e un sacrificio notevoli, ma necessari per tentare di soddisfare quella perenne sete interiore di comunicazione con gli altri. Anche lo spettacolo scritto e diretto da César Brie “Re Lear è morto a Mosca”, andato in scena a Campo Teatrale a Milano dal 22 al 27 ottobre fa parte di questo filone, rappresentando la vita (e la morte) di due attori ebrei russi nella prima metà del ‘900.
“Non esistono piccoli o grandi ruoli, ma piccoli o grandi attori.” (Stanislavskij)
Solomon Michoels e Veniamin Zuskin sono due attori realmente esistiti, ed entrambi sono stati uccisi per il loro spirito carismatico e politicamente “pericoloso”, nonostante l’unica vera colpa, se davvero ce n’è una, è stata per loro quella di essere stati attori. Michoels fin da ragazzo desiderava intraprendere la strada della recitazione e l’incontro con il regista Granovskij fu per lui illuminante, in quanto quest’ultimo aveva l’obiettivo di fondere la cultura yiddish con i valori della rivoluzione. Ai due si unisce Marc Chagall, che dipinge i muri del teatro GOSET, e l’altro protagonista di questa storia, Veniamin Zuskin. Il teatro rivoluzionario vuole unire la lingua yiddish con la tragedia shakespeariana, portando sul palco il “Re Lear”. Un’idea insolita che accende subito gli animi e che suscita anche la curiosità dello scenografo Gordon Craig, che vorrebbe portare lo spettacolo a Londra. Tanta carne al fuoco, tanti progetti. Peccato che l’intraprendenza di quegli artisti ebrei non era vista di buon occhio dagli esponenti della politica, e da qui la decisione di farli sparire, tacere per sempre.
“Re Lear è morto a Mosca” è uno spettacolo che mescola un turbine di emozioni, in cui l’ironia e la parodia non mancano, così come la musica e la danza. Una storia dai tratti surreali, ma piena di realtà, in cui gli attori in scena dimostrano una coralità straordinaria e una perfetta sintonia: ciò che provano, cantano, danzano raggiunge il pubblico come un fiume in piena. La regia di César Brie è impeccabile ed esalta ogni momento dell’azione nel modo migliore possibile.
Gli attori in scena sono, oltre allo stesso Brie: Alessandro Treccani, Leonardo Ceccanti, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Michelangelo Nervosi, Tommaso Pioli, Annalesi Secco, Laura Taddeo, Altea Bonatesta, Eugeniu Cornitel.
Un plauso a tutti loro, e anche a Vera Dalla Pasqua per le danze e il lavoro corporale, Anna Pia Capurso per il canto e Pablo Brie per le musiche, oltre a quelle tradizionali Yiddish.
“Re Lear è morto a Mosca” tornerà a Milano al Teatro Elfo Puccini dal 3 al 15 giugno, non perdetelo!
Roberta Usardi