“World Press Photo 2021” in mostra al Mattatoio di Roma
Fotografie di vita, ma soprattutto fotografie che raccontano quest’ultimo e difficile periodo che abbiamo vissuto in Italia e nel mondo. La 64esima edizione di “World Press Photo 2021”, per la prima volta in esposizione al Mattatoio di Roma, dove sarà visitabile fino al 22 agosto, racconta – oltre agli avvenimenti più importanti accaduti nel mondo, come le proteste per l’uccisione di George Floyd, la guerra del Nagorno-Karabakh, gli incendi nel Pantanal, l’invasione di locuste in Kenia – anche la pandemia. La mostra è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, ideata dalla Fondazione World Press Photo di Amsterdam e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography.
Sono 141 le immagini finaliste del concorso, che vede la partecipazione del miglior giornalismo visivo mondiale, con fotografi provenienti da 130 paesi diversi che hanno presentato un totale di 74470 immagini, per contendersi il titolo nelle 8 diverse categorie del concorso di fotogiornalismo: Contemporary Issues, Environment, General News, Long-Term Projects, Nature, Portraits, Sports, Spot News. Oltre alla mostra fotografica troviamo una sezione dedicata al Digital Storytelling, con una serie di video che raccontano gli eventi cruciali che anno determinato il periodo trascorso.
Il World Press Photo of the Year è stato vinto dal fotografo danese Mads Nissen con la foto The First Embrace, dove un’anziana donna abbraccia un’infermiera dopo cinque mesi di isolamento a causa del Covid-19 in una casa di riposo a San Paolo in Brasile. Un’immagine liberatoria e viva, a racchiudere emozioni che toccano e hanno toccato tutti noi in questo momento difficile.
Il World Press Photo Story of the Year è stato assegnato all’italiano Antonio Faccilongo con il progetto Habibi, un reportage sul contrabbando di sperma che avviene da parte di famiglie palestinesi nelle carceri israeliane, per preservare i loro diritti riproduttivi. E con lo stesso progetto Faccilongo ha vinto anche nella categoria dei progetti a lungo termine.
Inoltre, ci sono altri due italiani vincitori: Gabriele Galimberti nella categoria Ritratti, Storie, con un lavoro per National Geographic sui proprietari di armi negli Stati Uniti e Lorenzo Tugnoli dell’agenzia Contrasto nella categoria Spot News, Storie, che ha vinto per le sue foto sull’esplosione nel porto di Beirut, in Libano, nell’agosto 2020.
Sono tante altre le immagini forti e suggestive. Camminando in questa grande sala del Mattatoio ci si sente piccoli all’interno di questo mondo in cui viviamo e che in continuazione ci spiazza con violenza, morti e calamità, ma a cui allo stesso tempo riusciamo a rispondere sempre più vivi e determinati, addirittura immortalandoli quei momenti che, nella loro brutalità, conservano sempre una luce di speranza per il futuro.
A causa della pandemia da COVID-19, la valutazione del concorso si è svolta online. La giuria indipendente, che cambia ogni anno, per questa edizione era presieduta dalla direttrice e cofondatrice della piattaforma photo.circle NayanTara Gurung Kakshapati, che ha valutato le foto insieme a: Ahmed Najm di Metrography Agency, la prima agenzia fotografica in Iraq; il visual director del giornale online russo Takie Dela Andrei Polikanov; la vicedirettrice della fotografia del National Geographic Kathy Moran; Kevin WY Lee, fotografo e direttore creativo; Mulugeta Ayene, fotografo; Pilar Olivares, fotografa di Reuters.
Marianna Zito