Trizio: pop, R’n’B e serie tv nell’ultimo singolo “Guardo indietro” – L’intervista
Il 26 febbraio è uscito “Guardo indietro”, il nuovo singolo di Trizio, all’anagrafe Patrik Roncolato, cantautore padovano che inizia il suo percorso musicale come chitarrista di generi diversi, ma con una direzione verso il pop e i ritmi della black music. A maggio 2019 pubblica il suo primo EP “To be men not destroyers”, che comprende in parte brani strumentali e collaborazioni con altri artisti veneti. A novembre dello stesso anno esce il singolo “Variabile estivo”, seguito, nel 2020, dai singoli “Ruggito” e “Re Midi”.
“Guardo indietro” è il tuo ultimo singolo, in cui canti “guardò indietro e non mi pento”. A cosa ti sei ispirato per scrivere questo brano, di cosa non ti penti?
“Guardo Indietro” è un pastiche di emozioni e pensieri, più o meno astratti. Personalmente tendo molto all’overthinking, quindi è una sorta di mantra: guarda il passato, vedrai cose lontane e molto più piccole e leggere di quanto credevi. Ho scritto questo brano in quarantena un anno fa, ed avevo appena iniziato a conoscere e sperimentare la meditazione.
Nel testo di “Guardo indietro” fai anche riferimento alla serie tv “Scrubs”: quanto la tv influenza la tua musica?
Credo sarebbe stato molto più strano non fare riferimenti a serie tv e film, dato che ci accompagnano tutti i giorni ormai. Scrubs è una signora serie tv, inutile discuterne. E il finale? Emozionante a dir poco, proprio perché John Dorian rivede tutti, proprio come sarebbe bello fare nella vita; beccarsi con tutti quelli che hai conosciuto, chi più chi meno superficialmente, chiarire ogni dubbio e infine salutarsi. Quanto più pacifico sarebbe il mondo così?
Uscirà il videoclip di “Guardo indietro”?
Sono pigro e dovrei fare qualche videoclip ma penso così tanto alla produzione musicale che poi mi perdo; avrei bisogno di qualcuno che da questo punto di vista mi desse una mano! Tipo:”Ehi, questa con un videoclip diventerebbe devastante!”. Per cui no, non è previsto un videoclip per questo pezzo. Ma prossimamente mi ci metto seriamente, promesso!
Quali artisti hanno ispirato la tua musica portandoti verso i ritmi rnb?
Sono stato folgorato da Thundercat e Tom Misch in primis; l’uno RnB, l’altro più pop/dance ma, ehi, mi piace mescolare le cose! Se pensiamo ad artisti italiani, direi subito che Venerus mi ha fatto innamorare, e anche Davide Shorty, che scrive musica di una qualità strabiliante e spero venga presto riconosciuto per il suo valore.
Hai pubblicato il tuo primo EP “To be men not destroyers” a maggio 2019, molto interessante e anche molto sperimentale. Come è avvenuto il passaggio da quelle sonorità cupe e avvolgenti a “Variabile estivo” e i successivi brani?
Il progetto ha subito una virata con il passare del tempo; grazie ad ascolti di artisti come elencati prima, in effetti. Non direi però che siamo saltati di palo in frasca; semplicemente, da qualcosa di più ambientale a qualcosa di più radiofonico. Ma l’idea di sfondo fatta di hip hop, suoni ricercati, chitarre e sintetizzatori sognanti, quella c’è sempre.
Nasci come chitarrista: hai mai pensato di fare una versione acustica chitarra e voce dei tuoi brani?
Potrei, ma non sono interessato. Sicuramente voglio sviluppare qualche pezzo solo con chitarra acustica, ma il mio strumento principale resta la chitarra elettrica; con la mia Fender, il mio amplificatore FBT della tenera età di 50 anni e qualche effetto, ho un mondo tra le mani.
Quali sono i tuoi prossimi progetti, un nuovo singolo o un nuovo EP in italiano?
Il prossimo singolo sarà un featuring con Ehi Frankie, un artista a cui auguro il meglio: grande paroliere e grande persona. Il pezzo è prodotto da me, ma ci ho anche messo la voce (anzi, le voci) sul ritornello. Dopodiché uscirà un mio remix di Jordan Tariff, un artista molto interessante; è un pezzo in stile James Blake/ Daniel Caesar, quindi non vedo l’ora di farvelo ascoltare!
Da dove viene il tuo nome d’arte Trizio?
Patrik Patrizio Trizio. È il modo in cui mi chiamano i miei amici più stretti, e mi piace che mi accompagni quanto più possibile, perché in qualche modo mi porto il sentimento dell’amicizia – il più valoroso, secondo me – sempre appresso.
Roberta Usardi
https://www.facebook.com/vaitrizio