In viaggio attraverso i “Campi Elasi”, l’esordio discografico di Elasi – La recensione
Il 28 ottobre esce per Nevernding Mina “Campi Elasi”, l’EP d’esordio della cantautrice, chitarrista e producer alessandrina Elasi, all’anagrafe Elisa Massara. “Campi Elasi” arriva dopo i singoli “Valanghe” e “Esplodigodi” che già hanno dato un assaggio dello stile singolare e personale della giovane artista. Elasi, per il suo esordio discografico, seguendo la sua curiosità e la passione per i suoni del mondo, ha voluto coinvolgere in cinque dei sei brani dell’EP musicisti da diversi Paesi, con cui ha lavorato in remoto.
Ma andiamo nel dettaglio dei brani, che costituiscono un insieme particolare e intrigante, che colpisce positivamente.
“Souvenir” è un brano dance con il beat ammaliante di Mastermaind e, come guest, la balalaika di Domenico Cambareri. Il testo parla di una storia d’amore finita e identificata come un souvenir: “nel bagaglio in stiva lascio la mia stima, non starò più in fila, da ora viaggio solo in prima”.
“Esplodigodi” secondo singolo estratto da questo EP, viaggia tra l’hip hop e la dance, il testo incita a osare e a non arrendersi: “esplodi e godi, sciogli quei nodi, sembrano stretti finché non ci provi, di suoni nuovi riempi i tuoi vuoti”. A impreziosire il brano il suono del duduk, strumento tradizionale armeno, suonato da Mekhak Torosian.
“Supererrore” è un brano ironico, futuristico e con un bel beat, il testo vuole esaltare la vita nonostante i “supererrori” che forse, data la loro connotazione speciale, in un certo senso hanno creato “supereroi”: “vivo extralusso, ma senza soldi, tra i miei supererrori e i miei supereroi”.
“Sentimentale anarchica” ha un ritmo ipnotico che sfocia in un groove trascinante nel ritornello, la cui melodia rimane subito in testa: “guardo indietro e dico ciao a quell’accanimento resistito a spazio e tempo”. Il testo vuole andare oltre ogni delusione dichiarando l’anarchia sentimentale, senza più fobie. Ospite d’eccezione è il balaphon suonato dal polistrumentista e griot del Mali Moustapha Dembelè, in arte Zam.
“Valanghe” primo singolo estratto, ha un giro di basso davvero groovy che quasi obbliga a muoversi a tempo; la canzone inizia con l’inno “lunga vita a noi” e un testo che vuole ribaltare le convenzioni: “e che male c’è se nel fuori pista di una vita in discesa diventiamo valanghe”; nel brano sono presenti i canti sufi del maestro indiano Kamod Raj.
“Voli pindarici” ha un ritmo dance in stile anni 70, con interventi musicali di Zhongruan (strumento pizzicato a corde della tradizione cinese) di Sulwyn Lok (Singapore) e le percussioni di Bela Couy (Brasile). Il brano incita all’amore verso se stessi e a non temere i cambiamenti, sfidando i momenti di crisi, come ben dice il ritornello: “corro sopra i fili di tentativi, procedo a ritmo dei tuoi mai, bilico su crisi di autostima, non cedo al ritmo dei tuoi mai”.
Un esordio molto promettente, Elasi dimostra di avere una personalità spiccata e uno stile che ha già trovato la propria strada, e chissà dove la porterà nei brani a venire… noi non vediamo l’ora di scoprirlo!
Roberta Usardi
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