Racconti d’autunno, l’opportunità del teatro in periferia
Ritorna dal 18 settembre al 31 ottobre 2021 la manifestazione di teatro popolare “Le Mille e una piazza” con una edizione autunnale dal titolo evocativo “Racconti di autunno”, che segue l’edizione primaverile “Palchi fioriti”.
Mentre quest’ultima aveva animato parchi e giardini della città attingendo al repertorio classico (con proposte anche coraggiose: chi avrebbe pensato di mettere in scena un testo come l”Asino d’oro” di Apuleio, ad esempio, in una zona di mercato del Lorenteggio), l’edizione autunnale invece invaderà le piazze milanesi dei municipi periferici con grandi storie della letteratura riproposte nella veste del teatro popolare.
Così vedremo una riedizione del “Romeo e Giulietta” di Shakespeare in salsa valtellinese dal giocoso titolo “Florio e Isabella”; il dramma di Alboino e Rosmunda in una scanzonata reinterpretazione, dove il re longobardo si presenterà nei panni del gangster Al Boino; e siccome siamo nel pieno delle celebrazioni dantesche, ecco “Tra la perduta gente” in un Inferno tutt’altro che terrificante, ma sempre accompagnati dai versi del divin poeta.
L’avventura di questa manifestazione aveva avuto inizio a fine febbraio del 2020. Il tempo di un primo spettacolo e poi l’emergenza pandemica aveva fermato tutto. Poteva essere la morte del teatro, perlomeno di quelle piccole realtà dello spettacolo che non potevano accedere alle sovvenzioni statali. Invece grazie al sostegno continuo dei Municipi del Comune di Milano; alla lungimiranza della Fondazione Cariplo che ha mantenuto vivi i finanziamenti del progetto; e soprattutto alla tenace resilienza della compagnia Atelier Teatro, organizzatrice della manifestazione: il teatro popolare, dato per spacciato, torna a “occupare” gli spazi urbani della periferia per ricordarci, come sottolineato dall’assessore Del Corno nella presentazione dell’edizione autunnale, che anche in tempi di emergenza sanitaria l’opportuno distanziamento fisico non deve trasformarsi in un distanziamento sociale, come purtroppo si è voluto erroneamente intendere.
Vale qui sottolineare quanto le difficoltà legate alla pandemia sia state volte, da parte degli organizzatori, in opportunità: poiché se il teatro dell’arte ha sempre trovato il suo senso nell’essere itinerante allo scopo di creare momenti di comunità, allora uscire dai luoghi chiusi dei teatri, fortemente penalizzati e penalizzanti in questa fase storica, e portare gli spettacoli in uno spazio pubblico e aperto può essere la formula vincente non solo per diffondere la cultura del teatro, ma anche nuove modalità di partecipazione e di aggregazione, ora più che mai necessarie alla riscoperta del nostro essere sociale.
P.A.