“Proprietà degenerative della materia e altre catastrofi”: l’esordio letterario di Alessandro Genovese
A tutti può capitare di svegliarsi alla mattina e sentire dei dolori allo stomaco, a tutti può capitare di avere una sensazione di “vuoto”, ma cosa succederebbe se quel vuoto fosse dovuto proprio alla scomparsa del benamato organo digestivo? È quello che succede al protagonista del primo romanzo di Alessandro Genovese, dal titolo “Proprietà degenerative della materia e altre catastrofi” (Edizioni Effetto, 2019, pp. 200, euro 15).
Siamo a Barcellona, nella casa del contabile Palmiro Garcia Parra, un cinquantenne prestante che una mattina si accorge che qualcosa non va, e questo suo malessere fisico trova inaspettate risposte, che gli cambieranno totalmente la vita. Mentre si ritaglia un posto tra la folla incastrata sul bus per andare al lavoro e il malessere peggiora, trova in uno sconosciuto la diagnosi del suo male. Lo sconosciuto, tale Tebaldo, svela a Palmiro di aver riconosciuto in lui lo stesso male di cui aveva sofferto tempo addietro e che si trattava semplicemente della scomparsa dello stomaco, collegata alla mancanza dell’elemento chimico a esso collegato, ovvero l’antimonio. Ma come può essere? come si fa per guarire? Sempre seguendo le indicazioni di Tebaldo, Palmiro troverà il luogo che potrà vendergli quello di cui ha bisogno, una sfera di antimonio puro, ma il prezzo da pagare è alto. Questa avventura però è solo l’inizio di un circolo vizioso in cui Palmiro cadrà a capofitto, perché ci vuole poco a convincersi che per ovviare a ulteriori malesseri serviranno altri elementi, quindi altre sfere purissme e lucenti e molto costose, e con questo altri investimenti, fino a diventare una vera e propria ossessione. L’ossessione porta Palmiro a considerare la vita reale in secondo piano, e con essa l’amore e il lavoro… tutto per una mania di collezionismo che appare come l’unico modo per salvarsi. Ma salvarsi da cosa, poi?
Un romanzo originale che pone l’uomo di fronte a dubbi, pregiudizi, ossessioni, ma ben controbilanciate da sentimenti e piccole gratificazioni, anche se la mente e le elucubrazioni sembra che abbiano la meglio e possano portare a gesti azzardati e incoscienti, senza troppe preoccupazioni. Alessandro Genovese, nel suo romanzo d’esordio dimostra capacità, fluidità e arguzia nella scrittura e nello sviluppo della storia, descrivendo minuziosamente gli eventi e facendo sentire il lettore coinvolto fino in fondo e con la sensazione di essere a fianco del protagonista in ogni momento, come un osservatore invisibile. E il lettore scoprirà solo alla fine, assieme a Palmiro, la beffarda verità.
Roberta Usardi