PENELOPE DI Matteo Tarasco per La MaMa Spoleto Open
Il 15 Luglio termina il 61esimo Festival dei DueMondi e La MaMaSpoletoOpen chiude il suo programma con il debutto di Penelope. Il regista Matteo Tarasco ha scelto come vetrina della sua opera il Festival perché l’ha ritenuto l’unica manifestazione adatta a presentare un’opera così innovativa. Innovativa perché mai prima d’ora la storia epica dell’Odissea era stata rappresentata dal punto di vista di una donna Penelope, la moglie di Ulisse.
Matteo Tarasco che è primo e unico regista italiano nominato Membro del Lincoln Center Theatre Directors Lab (New York City) e ha vinto nel 2006 il Premio personalità europea per il teatro 2005 come migliore regista emergente, co-produce Penelope con la Compagnia Teatrale calabrese Scena Nuda. A fondare la compagnia è Teresa Timpano che ricopre i panni della protagonista, una Penelope oramai defunta, che ci racconta il ritorno di Ulisse. La Timpano nel suo monologo ci rende partecipi della sua ossessione amorosa e lo fa utilizzando un linguaggio cosi folle e disperato che non possiamo non lasciarci coinvolgere dal dramma della donna. Penelope si aggira sulla scena totalmente impaurita, triste e solitaria, urlando e dimenandosi, attendendo un Ulisse che sembra non tornare.
Si sarà dimenticato l’eroe di Itaca della bella Penelope? Giacerà avvinghiato tra le braccia di un’altra donna? Starà affrontando rocambolesche avventure, vittima di numerosi tranelli, nel ritorno verso la terra natia? Sono gli interrogativi che si pone Penelope mentre tesse e disfa la tela e i proci banchettano desiderosi di possederla. Durante la notte, invece, allunga le braccia per cercare il suo amato, trovando un letto vuoto. E intanto aspetta, aspetta, aspetta.
Come lei, oggi, ci sono molte donne che attendono il ritorno dei loro mariti costretti ad attraversare il mediterraneo. Si domandano – queste penelopi moderne – se i loro mariti torneranno. Anche loro di notte allungano le braccia per cercare il loro amato, trovando un letto vuoto. Anche loro urlano, si disperano e si contorcono. Anche loro non hanno risposta.
Michela Bruschini