“Noi diversi” – Il romanzo di Veselin Marković
Poi un giorno un amico viene da me e dimentica sulla mia scrivania questo romanzo “Noi diversi” di Veselin Marković (Voland, 2020, Collana Sirin, pp. 400, euro 18, a cura di Daniela Di Sora e tradotto da Anita Vuco). Quante possibilità c’erano che mi imbattessi in questo libro, specie in questo modo? Non molte. Proprio come con scarsa probabilità si incontra qualcuno capace di far luce sulle domande più oscure che cingono la nostra esistenza, mentre siamo in coda alla cassa di un ipermercato; o, perché no, rispondendo la mattina di un sabato qualunque a uno strano annuncio comparso su un giornale, che recita: “Vi è mai capitato un miracolo, qualcosa che descrivereste con le parole ‘una volta su un milione’? Vorreste raccontarlo a qualcuno?”. È ciò che è successo a Valentina, protagonista femminile di questo coinvolgente romanzo, affetta da una rara sindrome che rende la sua pelle itterica: un marchio, quel giallo di cui l’intero suo corpo lampeggia, che le ha insegnato fin dall’infanzia il profondo significato della parola vergogna, e che fa il paio con la luce blu dei macchinari usati su di lei per il trattamento a vita di questo morbo. Non le basta l’anonimato, non è sufficiente lavorare in un piccolo ufficio della polizia impersonale e grigio, non le basta nemmeno infrattarsi nelle discoteche il venerdì sera per tentare di mitigare l’effetto che quella vergogna ha sui suoi occhi. Valentina vuole la verità: perché proprio a lei è capitato tutto ciò? Così risponde a quello strano annuncio e incontra Vladimir, un matematico metodico e determinato, interessato per lavoro e indole a sondare il meccanismo dei piccoli e grandi miracoli quotidiani attraverso il calcolo delle probabilità. Il passato di Vladimir nasconde, come quello di ciascuno di noi, una falla: un tragico e irrisolto incidente familiare che lo segnerà per il resto dei suoi giorni. I protagonisti non hanno niente in comune se non il fatto di essersi incontrati e la costante ricerca di un fondo di verità da scoperchiare.
Il libro si apre con due bellissimi prologhi narrati da Valentina e Vladimir che rispettivamente indagano le origini della malattia e del male, la prima annidata nel proprio corpo, il secondo radicato proprio in quell’isola felice che avrebbe dovuto essere la famiglia. Sebbene la mole del romanzo di Markovic, quattrocento pagine, imponga al lettore una buona dose di pazienza per entrare nel vivo del racconto, la lettura, vestita qua e là da detective story, scorre velocemente, con uno stile elegante e preciso che, pagina dopo pagina, accompagna sapientemente le evoluzioni dei due protagonisti. Difficile pronunciarsi su un finale che forse si desidererebbe diverso, ma le cose, bisogna accettarlo, cominciano così per caso e finiscono altrettanto rapidamente, prese nel gorgo degli eventi che non avrebbero avuto nessuna ragione d’essere se non quella del miracolo, appunto, pagano, statistico e non.
“Noi diversi “ è un volume intenso e commovente.
Vincenzo Montisano