“Lucrezia e le altre – Dal mito le origini della violenza di genere” a Estate Sforzesca sabato 11 luglio

Dopo Cassandra, Antigone, Elettra, Elena e Medea, Lucrezia e le altre rappresenta un altro passo nell’indagine di Farneto Teatro sull’origine della violenza. Nel V secolo a.C. in una villa di campagna la nobile Lucrezia viene violentata senza pietà dal figlio dell’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo. Alle prime luci dell’alba, Lucrezia chiama intorno a sé i suoi cari e si toglie la vita trafiggendosi con la spada: “che nessuna donna viva più nel disonore!” esclama. La prima voce di donna a levarsi contro la violenza. Lucrezia non è sola: l’antichità ci consegna le storie di giovani donne violate dagli dèi o da comuni mortali. In scena, un coro di tre voci, un’attrice, una studiosa di mitologia classica, una musicista, per andare a ritroso alle origini della nostra cultura occidentale, interrogando il mito classico, i poemi omerici, la letteratura greca e latina, transitando per Shakespeare e arrivando fino alla contemporaneità per riportare alla luce voci e miti che hanno forgiato il pensiero della violenza di genere. “Un coro che, – spiega l’autrice e attrice Elisabetta Vergani – come nel teatro tragico dell’Atene del V sec, interroghi il passato facendosi tramite per il presente, di fronte alla propria comunità. Una riflessione appassionata e civile che ci aiuti a cambiare lo sguardo, a sovvertire le regole della violenza e del possesso, della reificazione dei corpi e delle anime e ci muova a nuova dignità del pensare, sentire e agire comune”.
Dopo lo spettacolo FOCUS SULLE ATTIVITÀ DELLA RETE ANTI VIOLENZA DEL COMUNE DI MILANO con Diana De Marchi (Presidente della Commissione Consiliare Pari Opportunità e Diritti – Comune di Milano), Miriam Pasqui (Unità Diritti e Grave Emarginazione – Comune di Milano) e Lorena Spohr (Cooperativa Sociale La Grande Casa).
I dati della violenza sulle donne. I dati sono terrificanti: nel nostro paese viene ammazzata una donna ogni 2 /3 giorni. Il divario tra violenza subita e violenza denunciata è pari a una voragine, solo il 12% delle donne che subiscono lesioni, percosse, minacce, violenze sessuali, maltrattamenti e atti persecutori denuncia, e nonostante il dipartimento delle Pari Opportunità in questi anni abbia triplicato i fondi, e le case rifugio e i centri anti violenza siano raddoppiati, la strage continua. E le donne che trovano il coraggio di denunciare, spesso sono sole: la reazione del partner violento sovente arriva prima della giustizia.
Tracce per la drammaturgia. In molti ricordano che, all’inizio del mondo dei Greci e dei Romani, una bellissima ragazza è uscita dalle onde ed è diventata la dea dell’Amore. La creatura con gli occhi di grano di botticelliana memoria invade il nostro immaginario, ma dietro alle quinte del mito leggiadro di Afrodite si nasconde in verità il primo delitto di sangue della letteratura occidentale. L’evirazione di Urano, il padre di Afrodite e dei Titani. Un delitto familiare compiuto senza esitazione da Crono, il figlio prediletto di Gea, compagna di Urano e madre di tutte le creature che in questo mondo primigenio iniziano a popolare l’universo. Gea, la Terra, odia Urano, il Cielo; lo odia perché Urano, senza nessun rispetto per il suo corpo, cala su di lei ogni giorno e la violenta, impedendole di respirare. La violenza, il sangue, il delitto fanno così parte da sempre delle radici su cui si costruisce il pensiero occidentale e così non ci sembra poi così strano pensare che tutti gli dèi, senza eccezione, si siano uniti a donne mortali con la violenza. Nel V secolo a.C. In una villa di campagna la nobile Lucrezia viene violentata senza pietà, con la complicità delle tenebre, dal figlio dell’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo. Alle prime luci dell’alba, Lucrezia chiama intorno a sé i suoi cari e si toglie la vita trafiggendosi con la spada: “che nessuna donna viva più nel disonore!” esclama. È il primo #metodo della storia: la prima voce, orgogliosa, di donna a levarsi contro la violenza, la prima vittima a non voler accettare il silenzio complice. Il gesto di Lucrezia segnerà la fine della monarchia a Roma e l’inizio della repubblica. Lucrezia non è sola: l’antichità ci consegna le storie di giovani donne violate dagli dèi o da comuni mortali. Né fa particolarmente impressione ricordare una famosa espressione di Ovidio: vis grata puellae, “alla ragazza piace essere violentata”, sopravvissuta, come una scoria pericolosa, nei manuali di diritto fino ai primi del Novecento. Così nelle Metamorfosi di Ovidio, le giovani vergini trasformate in orsa e poi in costellazione, le ninfe che si mutano in alloro, le ragazze coraggiose che chiedono di essere cambiate in maschi e di diventare combattenti, sono spesso, e soprattutto, un grandioso affresco del corpo femminile: sempre violato, penetrato, ma anche vincente alla fine, seppure nel tempo del mito.
Farneto Teatro è una associazione culturale indipendente fondata da Maurizio Schmidt ed Elisabetta Vergani nel 1991. Le sue finalità sono queste: a) Produzione di eventi teatrali ispirati ad una visione civile dell’avvenimento spettacolare ed alla valorizzazione culturale di spazi sociali carichi di memoria. b) Sviluppo di progetti legati alla pedagogia teatrale ad alto livello di specializzazione. c) Progettazione e gestione di progetti culturali di pubblica utilità. d) Realizzazione di film documentari su temi sociali e) Progetti di cooperazione internazionale La linea artistica ha sempre dato una particolare attenzione all’incontro tra la musica e il gioco dell’attore, all’integrazione delle comunità locali, alla ricerca continua di spazi non convenzionali per il teatro. Farneto Teatro lavora per progetti. Ogni progetto ha una propria indipendente vita organizzativa: la struttura è composta da un nucleo storico di direzione e da una rete di molti soci. Nei suoi più che 20 anni di attività ha collaborato attraverso coproduzioni e residenze con molti teatri di tutta italia, in particolare milanesi. Un importante settore di attività è stato dedicato al “Teatro fuori dal Teatro”, un ambito nel quale Farneto può considerarsi tra i pionieri in Italia. L’ambito operativo a questo proposito è storicamente l’Umbria con la più che ventennale collaborazione con il Corciano Festival.
“Lucrezia e le altre – Dal mito le origini della violenza di genere” di e con Elisabetta Vergani e Silvia Romani, musiche originali dal vivo Sara Calvanelli, regia Elisabetta Vergani, organizzazione Marta Ceresoli, produzione Farneto Teatro, evento inserito in Estate Sforzesca – Aria di Cultura e I talenti delle donne promossi e coordinati da Il Comune di Milano.
ESTATE SFORZESCA 11.07.2020 Cortile della armi, Castello Sforzesco ore 20.00 – apertura cancelli ore 21.30 – inizio spettacolo Durata spettacolo 55’
INFO: www.farnetoteatro.org | teatrofarneto@tiscali.it
BIGLIETTO UNICO: 12,00€ + prevendita, BIGLIETTERIA ON LINE: mailticket.it
https://www.mailticket.it/manifestazione/W229/LUCREZIA_E_LE_ALTRE
È consigliato l’ acquisto online dei biglietti. La sera stessa dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti ancora disponibili, fino a esaurimento posti, dalle ore 20.00 presso la biglietteria al Castello Sforzesco – Piazza Castello Torre del Filarete. Pagamento solo in contanti.