“Luca Flores. Uomo, musicista, artista” di Luigi Bozzolan
Luigi Bozzolan con “Luca Flores. Uomo, musicista, artista” (Terre Sommerse, pp. 222, euro 19.90, prefazione di Stefano Zenni) vuole solo sfiorare “la complessa vicenda umana di Flores” per esplorarne, invece, gli studi, la formazione e il percorso musicale e artistico attraverso testimonianze, bellissime fotografie, schizzi e appunti, oggi conservati negli archivi pubblici o privatamente da amici tra cui Alessandro Di Puccio; i suoi insegnanti Enrico Pieranunzi e Franco D’Andrea, e parenti dell’artista; e attraverso la situazione musicale di quegli anni, quando gli artisti – per farsi conoscere – non avevano la possibilità di crearsi uno spazio on-line, di organizzare i concerti al di fuori del proprio ambiente nazionale o di far recensire facilmente i propri lavori. La sua produzione discografica conta solo cinque dischi, dal 1986 al 1995, di cui ha anche disegnato le copertine e su cui ha scritto dediche rendendone ogni copia unica e piena di poesia.
Bozzolan comincia dalla nascita di Luca Flores. Siamo a Palermo, il 20 ottobre del 1956, ma sin da subito la famiglia comincerà a spostarsi in varie parti prima del mondo e poi dell’Italia. E in molti anni di spostamenti Luca e i suoi fratelli – Paolo, Barbara e Heidi subiranno di certo una grande perdita, ma riusciranno comunque a studiare e a formarsi. Luca in particolare, cominciando a suonare sin dall’età di cinque anni il pianoforte. Ed è negli anni 70, poco più che ventenne, che comincia a frequentare, una comunità di musicisti jazz fiorentini ed è già etichettato come uno “fra i più giovani promettenti e talentuosi pianisti italiani”. Dopo aver cominciato la docenza di pianoforte nella scuola di Siena Jazz, a 30 è all’apice del suo successo, ma è proprio questo il momento in cui arrivano i primi sintomi di quella malattia mentale che lo accompagnerà fino alla morte. È questo il momento in cui si avvicina al disegno, con cui esprimerà ciò che ha dentro, accompagnandolo alla musica, alle composizioni, agli scritti, agli arrangiamenti e alla poesia. Nel 1977, a Firenze, nasce il CAM – Centro Attività Musicali di Firenze – e con esso un centro didattico e divulgativo legato al jazz, “un organismo musicale molto attivo, una palestra per molti giovani professionisti fra cui Luca Flores” che, con il tempo, legherà anche il suo destino ad altri artisti, come il grande Chet Baker.
“Pianista, compositore, disegnatore, poeta”, tutto questo era Luca Flores e Luigi Bozzolan lo racconta qui, in tutte quelle sue sfaccettature che vanno a definire l’unica persona che è stata: una figura rilevante del jazz italiano.
Marianna Zito