“Le emozioni del momento e le situazioni giornaliere portano il mio processo creativo sempre in aree nuove”. Intervista ad Aldo Di Caterino
In occasione della pubblicazione di “Amorè”, suo disco d’esordio, abbiamo incontrato il flautista jazz Aldo Di Caterino, scoprendo un giovane talento dalle idee già molto chiare. A voi la nostra intervista.
Buongiorno Aldo e benvenuto. Partiamo dalle tue origini artistiche: da dove nasce e come si è sviluppato il tuo percorso musicale?
Sono sempre stato circondato dalla musica grazie alla mia famiglia, fortemente appassionata. Ho iniziato a studiare il flauto all’età di 7 anni. Dischi e strumenti musicali sono sempre stati a mia disposizione da bambino. Il mio percorso accademico parte all’età di 11 anni, flauto traverso classico (vecchio ordinamento), musica jazz e composizione jazz. Ho capito che questa sarebbe stata la mia vita quando, calcando uno dei miei primi palchi all’età di 16 anni, eseguendo brani tratti dalla tradizione brasiliana, un’emozione nuova mi pervase. La magia della musica e il calore del pubblico lasciarono un solco nel mio cuore che pian piano si trasformò da un ruscello ad un fiume in piena!
Gli ultimi mesi sono stati per te importanti, con la pubblicazione di “Amoré”. Come hai vissuto la genesi di quest’opera?
Sentivo ormai da tempo la necessità di portare all’esterno la mia musica, di raccontare la mia storia attraverso composizioni originali e brani che hanno caratterizzato i miei ascolti. La dimensione delicata della nostra musica si sposa perfettamente con le corde di Di Modugno creando a mio parere una magia come poche.
Cosa ci puoi raccontare dei brani che lo compongono? Come si è svolto il processo compositivo?
I miei brani sono stati composti in momenti della mia vita differenti. Le emozioni del momento e le situazioni giornaliere portano il mio processo creativo sempre in aree nuove, dove posso divertirmi e sperimentare stili diversi coniugando originalità e contaminazioni di vario genere. Brani come “Acredine”, di ispirazione argentina, “Lo Scacciapensieri”, di ispirazione brasiliana ecc.
C’è qualche cosa di questo lavoro che a tuo avviso lo rende differente, unico, rispetto alle altre produzioni jazz italiane contemporanee?
Paragonandomi al panorama jazzistisco italiano sicuramente la mia opera va in controtendenza. Oggi si cerca spesso un certo tipo di sound moderno e complesso, io con la mia musica ho scavato più nell’aspetto melodico-interpretativo.
Cosa o chi ti motiva maggiormente in ambito musicale?
La voglia di nuove esperienze artistiche, addentrarmi sempre di più in aree della musica sconosciute per cercare di dire sempre con più padronanza il mio punto di vista sulla musica.
Uno sguardo al futuro: dove ti vedi da qui ai prossimi dieci anni?
Mi auguro di poter collaborare con tutti quei musicisti miei idoli, facendomi apprezzare per la mia musica e professionalità in Italia e nel mondo!
Fotografia in copertina Gaga Jovanović
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