“Le curve del buio” è il profondo disco d’esordio di Matteo Carmignani – La recensione
Lo scorso 20 ottobre è uscito “Le curve del buio”, il disco d’esordio del cantautore toscano Matteo Carmignani, anticipato dal singolo “Il posto al sole” e relativo videoclip, diretto da Geremia Vinattieri. L’artista ha alle spalle molta esperienza in ambito musicale: durante gli anni ’90 ha fondato la rock band Alkimia, poi diventata ORONERO, con la quale ha iniziato a scrivere canzoni oltre che a cantare e suonare la chitarra. Con il trasferimento a New York nel 2001 Matteo si concentra sulla musica elettronica; quando torna in Italia nel 2009 si stabilisce in Veneto e si dedica alla scrittura, pubblicando un romanzo e un libro di prose, pensieri e poesie. Un artista a tutto tondo, insomma, che ora esordisce come cantautore dopo tre anni di lavoro sui brani di questo disco.
“Le curve del buio” è composto da undici tracce, un percorso a tornanti che va a insidiarsi nel profondo dell’animo. Oltre a Matteo, nel disco hanno suonato Matteo Tassetto (chitarra elettrica e acustica), Fabrizio “Simoncia” Simoncioni (tastiere, cori, orchestrazioni), Mauro Lallo (basso), Fabrizio Morganti (batteria), Giuseppe Scarpato (chitarra elettrica e acustica in “Quel che rimane” e “Acrobazie”), Lorenzo Capelli (archi), Mario Mazzantini (tastiere nel brano “In divenire”), Nicola Albano (piano nel brano “Le parole che ti ho detto).
Andiamo nel dettaglio dei brani.
“Il tempo che non ho” è un brano struggente, nell’arrangiamento e nel testo, che inizia subito con un verso forte “accoglimi come un proiettile nel cuore”, un’immagine sofferente che allo stesso tempo delinea un amore, per il quale rivendica spazio, dato che il tempo è finito: “io ti salverò, fammi spazio dentro”.
“Quel che rimane” graffia subito con il riff di chitarra mantenendo costante tensione fino all’esplosione del ritornello sia a livello sonoro che a livello emotivo, creando tra strofe e ritornelli onde emotive; il testo incita a sognare nonostante tutto, anche quando i sogni rimangono tali: “sogna che fa star bene, che poi ti svegli e ti ritrovi a galleggiare tra le scelte che non fai”.
“Le parole che non ti ho detto” è una ballata che inizia con il pianoforte, una melodia malinconica che apre a un’atmosfera di forte impatto, per un testo introspettivo e disperato: “accarezzami e prendi il cuore, prendi l’ultimo respiro e fammi male”.
“Timidamente (il sogno di te)” è un brano lento, con un ritornello che vuole infondere ottimismo in un testo che si aggrappa a un sogno che inevitabilmente svanisce: “la tua ilarità è scelta modesta, è la giusta risposta alla mia ipocrisia”.
“Acrobazie” mette in risalto la chitarra acustica abbinata a un bel ritmo e a un testo provocatorio verso qualcuno che vuole tornare dopo un abbandono, qualcuno pronto a riconquistare, ma che non considera la consapevolezza dell’altro: “ora è un tozzo di pane quel sogno che hai fatto realtà prima di scomparire, di portarmelo via”.
“Lieve” un brano ritmato e rock, con il suono graffiante delle chitarre che segue il flusso emotivo del testo, che porta a delle efficaci dinamiche: “sei il solo istante nella mente che vorrei ora”.
“La danza” è un brano con una luce diversa, con una sonorità aperti, che evocano le immagini della danza nel ritmo, nel testo che le descrive e nei movimenti interiori: “parte subito e la coscienza va via, si concede all’oblio in un sonno indolore” in cui il tempo non esiste più, in cui è possibile vivere appieno.
“In divenire” è una canzone d’amore che parte chitarra e voce e archi, i versi sono intensi e poetici, che disegnano immagini evocative: “ho navigato la tua pelle sconosciuta fino a perdermi con lei, come su un’isola vicino al Paradiso in mezzo a un mare che non c’è”.
“Disemozione” è un brano dalla sonorità cupe e avvolgenti, il testo è una richiesta di aiuto contro la disemozione e la rassegnazione: “salvami e mondami dal male, dalle parole, salvami e veglia su di me, sul mio dolore”.
“Le dimensioni del giorno” è un brano intimo, in cui la voce risalta sul sottofondo di tastiera, il testo considera il giorno, per la sua durata, come la rappresentazione del proprio mondo, con immagini e similitudini d’effetto: “è un giorno profondissimo, di un nero acceso, mare bianco e il sangue cola, il sangue cola ed e acqua pura”.
“Il posto al sole”, singolo che ha anticipato il disco, ha una cadenza lenta e una melodia avvolgente, per un testo che ricorda momenti di cui non resta niente: “siamo amanti di una vita che ci uccide lentamente d’illusioni”.
Un viaggio interiore viscerale che è ben rappresentato dal titolo, che porta in sé la sonorità, le tematiche e il forte impatto emotivo.
Roberta Usardi
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