“Io provo a volare. Omaggio a Domenico Modugno”: la compagnia Berardi – Casolari al Teatro Gerolamo di Milano
Un tintinnio. Poi un altro. Le luci in sala si sono già abbassate e regna quel silenzio speciale, fatto di attesa e di curiosità. Ed ecco che in scena prendono posto due musicisti, un chitarrista e una fisarmonicista. Inizia una canzone, è “Amara terra mia” di Domenico Modugno, seguita a ruota da “Vecchio frac”. E mentre il pubblico si fa cullare dalle note e dai versi del cantautore pugliese, arriva in scena Gianfranco Berardi, autore e interprete di “Io provo a volare, Omaggio a Domenico Modugno”, sbarcato al Teatro Gerolamo di Milano per due sole date, il 15 e il 16 ottobre.
Berardi entra lentamente, tenendo ben in vista nella mano destra una scopa, a mo’ di stemma, con il manico verso il basso, e nell’altra una candela accesa. E sul finire della canzone, inizia la storia. Si parte da una piccola realtà di un paesino del sud, in Puglia, la città natale di Gianfranco Berardi. L’attore ripercorre gli anni di gioventù, in cui ha capito la sua vocazione: fare l’attore. Ma quanto è difficile farsi strada in ambito artistico, soprattutto in un paesino minuscolo di provincia? L’unico modo è provarci lo stesso, e così fa Gianfranco, che si reca al cinema teatro del suo paesino per proporsi come attore, anche se ne ricava ben altro, diventando l’addetto alle pulizie. Dopo aver lavorato per due anni in questa mansione, senza avere occasione di coronare il suo sogno, decide di osare e di lasciare la sua terra: prende così il treno verso il nord, e arriva a Bologna, dove frequenta e si diploma al Dams. E con il pezzo di carta in mano, quello che lo dichiara attore a tutti gli effetti, inizia a proporsi in vari contesti, ma senza aver il buon esito che sperava.
“Freddo, Fame, Fatica e Sofferenza formano un attore.”
Cosa c’è di più frustrante di tornare a casa con la coda tra le gambe? Nonostante questo però, Gianfranco non demorde e, anche se ha fatto un passo indietro tornando alle sue radici, rimane saldo nel suo proposito di calcare le scene. “Io provo a volare, ogni notte…” soprattutto da quando giorno e notte hanno smesso di distinguersi ai suoi occhi, trasformandosi in un unico buio. Ma questo è un pretesto sufficiente per abbandonare i sogni? Certamente no, almeno non per chi, come questo straordinario e carismatico attore, ha le idee ben chiare ed è pronto ad affrontare ogni avversità.
Gianfranco Berardi racconta se stesso in modo straordinario, con un testo prettamente in versi, poetico, e una fluidità notevole, unita a una carica di energia prorompente. I suoi sogni si sono avverati, è riuscito a volare e ora lo racconta. Perché tutti possiamo volare, anche se non lo sappiamo.
La regia e le luci dello spettacolo, che hanno messo perfettamente in risalto ogni punto della narrazione, sono opera di Gabriella Casolari, l’altro caposaldo della compagnia. La musica di Domenico Modugno, interpretata dal vivo in chiave acustica da Davide Berardi alla voce e chitarra con Giulia Bertasi alla fisarmonica, è stata la colonna sonora dei tempi in cui Gianfranco puliva il cinema teatro durante gli anni di gioventù e rappresentano un punto fermo della storia della musica italiana, nella loro intensità e immediatezza.
Uno spettacolo che fa bene al cuore e a tutti i cinque sensi.
Roberta Usardi
Fotografia di Tommaso Le Pera