“Intervista alla sposa” – Il racconto noir di Silvio Danese
Ci sono un uomo e una donna in una stanza. L’uomo chiede e cerca di capire. La donna, Stefania, risponde. È una situazione fin troppo chiara sin dall’inizio. Così chiara che si pensa in ogni momento che le cose siano andate in modo diverso. Una confessione? Un interrogatorio? Potremmo addirittura pensare, a un certo punto, di essere finiti all’interno di uno spettacolo teatrale o sul set di un film. Silvio Danese scrive e trascrive questa storia “Intervista alla sposa” (La Nave di Teseo, pp. 525, euro 19), che è la storia di Stefania, del suo matrimonio e di un omicidio. Silvio Danese la scrive e trascrive scandita da un ritmo preciso, che monitora e dirige le descrizioni minuziose dei luoghi e dei personaggi, il tono delle loro voci e l’andamento delle giornate. Scrive e trascrive con l’agghiacciante esattezza di un metronomo.
“Io e mio marito ci siamo conosciuti, ci siamo amati e ci siamo uccisi”.
Siamo in un carcere e davanti a Stefania c’è uno scrittore, a cui sta raccontando la sua storia di sopravvissuta in quel rapporto conflittuale – di cui sentiamo spesso parlare – che si può creare tra un uomo e una donna. Era sposata da vent’anni, con Dino. Il ragionamento di Stefania si insinua nel vissuto dello scrittore attraverso riflessioni e pensieri che cominciano a guidare la storia verso un’altra direzione, fino al punto in cui lo scrittore stesso comincia a sentire l’esigenza di esporsi davanti a Stefania, creando con lei un sottile legame emotivo. Finché accade qualcosa. Gli incontri tra la donna e lo scrittore dureranno cinque giorni, e non solo, perché lo scrittore, oltre a vivere il momento stesso, si troverà a tu per tu con un “presente più presente”: quello che attraversa la cuffia durante la sbobinatura, quello del ri-ascolto alla scoperta di una delle verità possibili da presentare al resto del mondo. La verità di Stefania, che si snoda in una sorta di monologo interiore e di giochi psicologici, per poter ricostruire la storia di una vita.
Cosa nasconde realmente Stefania? E perché?
“…e intanto sta diventando un lavoro lungo, in questa strana alleanza tra le parole dettate dall’audio e il significar scrivendo?”
L’immagine di copertina di “Intervista alla sposa” è il quadro Drifting di John Worthington da cui emerge, sin dal primo sguardo, lo stato dell’essere inerme e solo davanti agli occhi del mondo. La solitudine di quella posizione fetale di chi è costantemente controllato, di chi ha paura di continuare a subire insulti e violenza. O di morire. E, per questa paura, decide di uccidere.
Marianna Zito